Il Grido della Missione
Pregare con la "voce" della missione
Un itinerario di preghiera personale o da condividere con gli amici, magari nei settimanali incontri di catechesi durante la Quaresima missionaria 2011.
Il “grido” della missione: facciamo memoria dei nostri fratelli martiri alla luce della fede
Una testimonianza da non dimenticare
Il mistero dell’essere umano, di ogni essere umano, si manifesta solamente in quello del Verbo incarnato, del Verbo umanizzato.
La testimonianza dei nostri fratelli, di credenti, può essere compresa solo alla luce di quella di Cristo. Ecco la testimonianza del testimone fedele: Dio è amore! Padre, perdona perché non sanno quello che fanno. Venga il tuo Regno! Perdona i nostri peccati così come noi perdoniamo coloro che ci offendono.
Il martirio: una scelta di fedeltà alla missione.
Il martire è una persona (un sacerdote, un religioso, un laico) che ha testimoniato la sua fede in Cristo, nonostante le persecuzioni, sino a donare la sua vita.
Si tratta in genere di cristiani vissuti in un contesto sociale ostile e difficile, e che nonostante ciò hanno scelto di testimoniare la loro fede in Cristo lottando per la giustizia, resistendo a persecuzioni, minacce, ricatti, violenze sino ad essere uccisi per la loro testimonianza e le loro azioni in difesa di altre persone perseguitate.
Lungo i secoli abbiamo visto cadere molti uomini valorosi, donne coraggiose e giovani amanti della vita e della giustizia: tutti, in diverse maniere e circostanze, furono profeti della verità.
Tematiche e indicazioni (per l’animatore del gruppo)
- L’opzione preferenziale per i poveri! Annalena Tonelli;
- Voto di stabilità fino alla morte! Martiri dell’Algeria;
- Cristo, la parola che resta! Mons. Oscar Romero;
- La fedeltà nel ministero! Don Alessandro Dordi;
- Una morte che converte! Paolo Apostolo.
Tematiche presentate ai ragazzi
- Dalla parte dei più poveri! Annalena Tonelli;
- Un punto fermo per le comunità! Martiri di Algeria;
- La parola di Gesù che dura nel tempo! Mons. Oscar Romero;
- La fedeltà dell’uomo! Don Alessandro Dordi;
- Un incontro che ci cambia! Paolo Apostolo.
Null'altro mi interessava così fortemente: Lui e i poveri in Lui
“Mi chiamo Annalena Tonelli. Sono nata in Italia a Forlì il 2 Aprile 1943. Lavoro in sanità da trent’anni, ma non sono medico. Sono laureata in legge in Italia. Sono abilitata all’insegnamento della lingua inglese nelle scuole superiori in Kenya. Ho certificati e diplomi di controllo della tubercolosi in Kenya, di Medicina Tropicale e Comunitaria in Inghilterra, di Leprologia in Spagna. Lasciai l’Italia a gennaio del 1969. Da allora vivo a servizio dei Somali. Sono trent’anni di condivisione. Ho infatti sempre vissuto con loro a parte piccole interruzioni in altri paesi per causa di forza maggiore. Scelsi di essere per gli altri: i poveri, i sofferenti, gli abbandonati, i non amati che ero una bambina e così sono stata e confido di continuare a essere fino alla fine della mia vita. Volevo seguire solo Gesù Cristo”.
In preghiera con Annalena Tonelli
Signore Gesù,
ti affidiamo i poveri dell’Africa;
quei poveri che Annalena Tonelli ha amato fino a dare la vita,
dei quali è stata voce che chiedeva giustizia,
grido che implorava uguaglianza,
parola che invocava la pace.
Chiediamo per loro il dono della speranza in un presente migliore
e in un futuro che potrà regalare serenità, istruzione, pace.
Così sia
La mia voce scomparirà, ma la mia parola che è Cristo resterà nei cuori di quanti lo avranno voluto accogliere
“Sono stato frequentemente minacciato di morte. Devo dirvi che, come cristiano, non credo nella morte senza resurrezione. Se mi uccidono risorgerò nel popolo salvadoregno. Lo dico senza alcuna presunzione, con la più grande umiltà. Come pastore sono obbligato, per mandato divino, a dare la vita per quelli che amo, che sono tutti i salvadoregni, anche per quelli che mi assassineranno. Se giungeranno a compimento le minacce, già da ora offro a Dio il mio sangue per la redenzione e la resurrezione del Salvador. Il martirio è una grazia che non credo di meritare. Ma se Dio accetta il sacrificio della mia vita, che il mio sangue sia seme di libertà e il segno che la speranza sarà presto una realtà. La mia morte, se è accettata da Dio, sia per la liberazione del mio popolo e una testimonianza di speranza nel futuro. Se arrivassero ad uccidermi, potete dire che perdono e benedico quelli che lo fanno. Chissà che si convincano che stanno perdendo il loro tempo. Un vescovo morirà, ma chiesa di Dio che il popolo, non perirà mai”.
In preghiera con Mons. Oscar Romero
Signore Gesù
il grido del Vescovo Oscar nella Chiesa del Salvador,
è stato l’ultimo appello alla giustizia per il suo popolo.
E quel grido gli ha dato la morte.
Il Vescovo Romero ha donato al suo popolo la tua Parola,
una Parola che salva, che regala speranza, che infonde fiducia.
Il Vescovo Romero è stato ucciso, ma non è morta la Tua Parola.
Ti preghiamo Signore per tutti coloro che confidano nella Tua Parola:
trovino salvezza, speranza, serenità.
Così sia
Se mi capitasse un giorno (e potrebbe essere anche oggi) di essere vittima del terrorismo che sembra voler coinvolgere ora tutti gli stranieri che vivono in Algeria, vorrei che la mia comunità, la mia Chiesa, la mia famiglia si ricordassero che la mia vita era donata a Dio e a questo paese
“Fratello, mi permetta di rivolgermi a lei, da uomo a uomo, da credente a credente (…). Nel conflitto attuale che sta vivendo il paese, ci pare impossibile prendere partito. La nostra condizione di stranieri ce lo proibisce.
Il nostro stato di monaci (ruhba\^n) ci vincola alla scelta di Dio su di noi, che è quella di una vita di preghiera e di semplicità, di lavoro manuale, di accoglienza e di condivisione con tutti, specialmente con i più poveri (…). Queste ragioni di vita costituiscono una scelta libera di ciascuno di noi. Ci impegnano fino alla morte. Non penso che sia volontà di Dio che questa morte ci venga da voi (…). Se un giorno gli algerini riterranno che siamo di troppo, rispetteremo il loro desiderio di vederci partire. Certamente con grande dolore.
So che continueremo ad amare tutti e fra questi anche lei. Quando e come questo messaggio le arriverà? Poco importa. Sentivo il bisogno di scriverlo oggi. E l’Unico di ogni vita ci guidi. Amen”.
In preghiera coi Martiri dell’Algeria
Signore Gesù,
ti ringraziamo per tutti i missionari che,
nonostante la persecuzione e le minacce di morte,
decidono di rimanere con i poveri e di non scappare.
Grazie per padre Christian e gli altri frati che
hanno voluto condividere fino alla fine la vita con i loro fratelli algerini.
Grazie perché la loro presenza e il loro silenzio sono stati il grido più vero
dell’amore che tu riversi su ogni uomo.
Insegnaci a riconoscere tutte le persone che, vicino a noi,
ci fanno comprendere il tuo affetto per ognuno.
Così sia
È il Signore che opera la salvezza. Non ci domanda di imporre la Verità. Ci chiede solo di essere dei testimoni.
“In questi giorni siamo particolarmente angosciati e preoccupati.
Sicuramente hai saputo come il 9 di agosto Sendero Luminoso ha ammazzato due sacerdoti della Diocesi di Chimbote. Sono due francescani polacchi che lavoravano in una vallata come la mia: avevano 32 e 34 anni. Puoi immaginare la situazione di ansia in cui viviamo; ci sono inoltre delle minacce chiare di prossime uccisioni. Sendero luminoso, che con il terrore vuole arrivare al potere, ha preso di mira la Chiesa… La situazione del Perù è angosciosa.
Ogni giorno ci chiediamo: a chi toccherà oggi?”
In preghiera con Don Alessandro Dordi
Signore Gesù,
grazie per averci donato testimoni santi!
Grazie per i tanti cristiani che ti hanno regalato tutta la vita per il bene di molti fratelli.
Grazie per don Sandro Dordi,
un sacerdote della nostra terra, che ha vissuto il suo essere prete fino in fondo,
superando paure e affrontando avversità, ma crescendo nell’amicizia con te.
Ti affidiamo tutti i preti, i nostri don e quelli che non conosciamo:
siano sempre innamorati di te e ci facciano innamorare di te
e tutte le persone vicine e lontane da noi.
Così sia
Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo
Vi dichiaro dunque, fratelli, che il vangelo da me annunziato non è modellato sull’uomo; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo. Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo, come io perseguitassi fieramente la Chiesa di Dio e la devastassi, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com’ero nel sostenere le tradizioni dei padri. Ma quando colui che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia si compiacque di rivelare a me suo Figlio perché lo annunziassi in mezzo ai pagani, subito, senza consultare nessun uomo, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco.
In seguito, dopo tre anni andai a Gerusalemme per consultare Cefa, e rimasi presso di lui quindici giorni; degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore. In ciò che vi scrivo, io attesto davanti a Dio che non mentisco. Quindi andai nelle regioni della Siria e della Cilicia. Ma ero sconosciuto personalmente alle Chiese della Giudea che sono in Cristo; soltanto avevano sentito dire: “Colui che una volta ci perseguitava, va ora annunziando la fede che un tempo voleva distruggere”. E glorificavano Dio a causa mia.
In preghiera con San Paolo
Signore Gesù,
quando penso a San Paolo, penso a un trascinatore di folle:
così convinto, così coraggioso,
così determinato… e così pieno di fede!
Veramente un uomo tutto d’un pezzo.
Ne ha macinati di chilometri a piedi
per raggiungere il maggior numero possibile di comunità,
per confermare nella fede i cristiani già credenti
o per contagiare con il dono della fede i pagani!
Grazie Signore per le parole che questo apostolo ci ha regalato!
Non sono facili da comprendere,
ma hanno tutta la carica della vita
e ci portano nel cuore della Vita, la Tua Vita.
Così sia