Progetto di sostegno a LA COLMENA: centro di recupero per alcolisti e persone in difficoltà
La Colmena Santa Rita nasce nel Duemila a opera di don Alessandro Fiorina prete diocesano bergamasco della Comunità Papa Giovanni XXIII. Questa realtà ospita gratuitamente circa 80 persone di sesso maschile di età compresa tra i 15 e 65 anni che vivono per strada mendicando e rubando, a causa di dipendenza da droghe e alcol, malattie mentali, povertà estrema e abbandono. Per queste persone che hanno trovato il coraggio di farsi aiutare c’è la speranza di ricominciare a vivere e l‘occasione di imparare ad amare Dio e il prossimo partecipando ad attività occupazionali e terapie di gruppo.
In questi ultimi anni la presenza di persone al centro è andata aumentando, anche a causa della situazione post-pandemica, che ha implementato le dipendenze da alcol e droghe, e aggravato le fragilità psicologiche presenti in persone affette da dipendenze varie.
Per altro in questi ultimi anni il centro ha sofferto la partenza di uno dei pilastri della comunità, la sig.ra Antonia Locatelli rientrata in Italia per motivi di salute e poi deceduta. La sua mancanza oggi è un motivo ulteriore di sostegno alla comunità.
La filosofia di fondo di questa accoglienza comunitaria è “condividere il sacrificio e la fatica del liberarsi da dipendenze scoprendo la solidarietà e l’umanità specialmente con i più bisognosi”. Qui trovano una nuova famiglia, una nuova dimora e una nuova speranza.
Gli ospiti collaborano al mantenimento della struttura (il momento quotidiano della limpieza, ovvero della pulizia degli ambienti è elemento educante e significativo per ricostruire anche personalmente una quotidianità disgregata) e si impegnano in progetti di inclusione sociale nel quartiere e in città. Inoltre, gli ospiti partecipano ad attività e laboratori come falegnameria, ferramenta, panificazione e orticoltura; in questo modo partecipano attivamente al sostentamento de La Colmena in quanto i prodotti ottenuti vengono venduti esternamente.
Normalmente gli ospiti de La Colmena intraprendono un percorso di due anni. In quasi vent’anni di attività sono passate più di duemila persone, nonostante sia difficile poter fornire un numero esatto perché tanti non finiscono il percorso iniziato oppure ritornano più volte.
A La Colmena, come dice don Alessandro, tutti hanno la possibilità di “sperimentare una vita diversa, buona e dignitosa”. L’obiettivo è proprio quello di offrire un aiuto concreto a coloro che si trovano in situazioni difficili aprendo le porte di un luogo accogliente attento alle fragilità di ognuno.
Il centro è poi inserito nella parrocchia, le cui attività sono seguite da Don Alessandro in qualità di responsabile, con la collaborazione di volontari, ma anche degli stessi ospiti del centro.
Cosa vuol dire Sostenere il Centro "La Colmena"
Per una comunità parrocchiale e per i suoi fedeli, sostenere ed aiutare un centro di riabilitazione come La Colmena vuol dire innanzitutto sensibilizzare il proprio territorio e far conoscere l’impegno della Chiesa di Bergamo in terra di missione. Le esigenze sono parecchie, ma impegnarsi e operare per una realtà specifica significa stingere alleanze, condividere storie, racconti, drammi e sogni.
Avviare un filo diretto con don Alessandro, Antonia e la loro missione vuol dire prendersi a cuore le fatiche degli uomini, degli ultimi e dei poveri. Attraverso la loro esperienza, la loro presenza e il loro impegno sarà possibile contribuire concretamente alle esigenze più pratiche e quotidiane, realizzare iniziative specifiche e avviare progetti di collaborazione con altre realtà locali, come la Caritas Parrocchiale di Tarija e i gruppi di catechesi e impegno pastorale.
Il clima della Colmena è familiare: i più anziani di residenza aiutano i nuovi arrivati, tutto sotto il vigile e amoroso controllo di don Alessandro. La gestione, la cura e le necessità del centro sono completamente affidate agli ospiti che si occupano delle pulizie, dell’ordine e della manutenzione ordinaria degli spazi. Oltre a ciò ognuno ha un ambito preciso di impegno e un percorso di recupero personale, svolto sempre in un ambito di confronto e fraternità.
Nei centri lavorano anche alcuni degli ospiti che si sono riabilitati e hanno deciso di restare non a dare una mano, ma a dare la vita, in una casa che è la loro. La struttura è semplice, essenziale, ma chi ci ha lavorato ci ha messo cuore. C’è spazio per tutti, anche per quelli che si rivolgono alla struttura quando non si può fare più niente per loro: muoiono, ma non soli, non in mezzo alla strada. Il centro non è una comunità terapeutica, è piuttosto una comunità di vita: si vive insieme, ci si responsabilizza, si prega, si cerca di trovare il senso della vita.
Le iniziative che si possono realizzare in Parrocchia sono le più svariate: testimonianze, racconti di vita in missione, approfondimenti culturali, percorsi di spiritualità, mostre fotografiche, raccolte fondi e coinvolgimenti di famiglie, gruppi, associazioni.
Ognuno di noi, con la propria disponibilità e le proprie possibilità, può davvero fare molto.
Dopo il precedente sostegno nel 2016, a giugno 2022 WebSoldiale ha rinnovato il suo appoggio a “La Colmena” stanziando 12.000,00 euro da destinare al normale svolgimento delle attività del centro di accoglienza.
Riferimenti geografici e sociali
Tarija è un dipartimento della Bolivia di 450.276 abitanti, che ha come capoluogo Tarija. Tarija è una cittadina della Bolivia situata a sud nel dipartimento di Cercado, al confine con l’Argentina. La città si trova a 1.924 m s.l.m., il suo clima temperato e gradevole oscilla tra i 23 e i 35 gradi e conta una popolazione di circa 210.000 abitanti. Le attività produttive principali sono l’agricoltura, l’allevamento di bestiame, lo sfruttamento minerario del sottosuolo e in alcune zone anche la pesca.
La diocesi di Tarija è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell’arcidiocesi di Sucre. Nel 2014 contava 437.100 battezzati su 470.000 abitanti. È attualmente retta dal vescovo Francisco Javier Del Río Sendino. La diocesi comprende il dipartimento boliviano di Tarija, ad esclusione di una parte della provincia di Gran Chaco, che invece appartiene al vicariato apostolico di Camiri. Sede vescovile è la città di Tarija, dove si trova la cattedrale di Nuestra Señora de La Paz.
Il territorio è suddiviso in 21 parrocchie. Sull’intera diocesi sono presenti e svolgono il loro servizio pastorale 45 sacerdoti, 35 religiosi, 95 religiose e 1 diacono permanente.
Il responsabile del progetto
Don Alessandro Fiorina nasce nel 1960 a Bergamo, nella Parrocchia S. Croce della Malpensata (Bergamo). Partito per la Bolivia come laico con la Comunità Giovanni XXIII, viene ordinato nella Diocesi di Bergamo nel 2002.
Da quest’anno viene inviato come missionario Fidei Donum dalla Diocesi di Bergamo in Bolivia, dove è coadiutore nella Parrocchia di S. Martin de Porres-Tarija e direttore dell'”Hogar la Colmena S. Rita”.
È inoltre padre spirituale nel seminario di Tarija dal 2004.