Per Spezzare e Condividere Pane con Ogni Uomo
Il Progetto
Sabato 16 ottobre prossimo, andando a comperare il pane, sarà aggiunto al sacchetto una card “Mangiami tutto!”. Si tratta di una semplice iniziativa promossa dal Centro Missionario Diocesano, dall’Aspan di Bergamo e realizzata grazie alla fattiva partecipazione dei panificatori. Collocata nel cuore dell’ottobre missionario, alla vigilia della 84° Giornata Missionaria Mondiale, si pone l’obiettivo di offrire la possibilità di una riflessione in merito al tema che la Chiesa Italiana ha posto all’attenzione in questo tempo dell’ottobre missionario: il pane.
- Con 1 € è possibile garantire un pasto ad una persona che vive nelle regioni più povere dell’Eritrea o del Sudan, del Malawi o del Mali;
- 25,00 € sono sufficienti per garantire ai bambini di un’intera classe scolastica la possibilità di un pasto completo al termine delle attività scolastiche, prima di rientrare nelle proprie case.
Mangiami Tutto!
Il pane...
È sicuramente il cibo più conosciuto nel mondo, ciò che rappresenta la base dell’alimentazione per la stragrande maggioranza della popolazione mondiale. E quando il pane manca… si parla di fame! Si moltiplicano statistiche, rapporti, tabelle… che raccontano i numeri della fame; sono cifre implacabili, che ci scuotono e ci portano a riflettere!
La riflessione apre squarci sul mondo intero e allena il nostro cuore ad abbracciare uomini, donne, bambini che sono i volti di quei numeri a volte tanto freddi! Dalla riflessione nasce anche il desiderio di un mondo migliore, più equo e dove la giustizia trova casa!
Spezzare Pane per Tutti i Popoli
È il messaggio lanciato dalla Chiesa a tutti i Cristiani che vivono in Italia in occasione della 84° Giornata Missionaria Mondiale.
È un invito a condividere ciò che abbiamo e ciò che viviamo con ogni uomo e donna, a ogni longitudine e latitudine. È un monito per riflettere sul valore dei beni della terra equamente distribuiti, ma anche e soprattutto, un’esortazione a condividere il dono della fede che abbiamo ricevuto. La Chiesa diventa comunione a partire dall’Eucaristia, dal Pane Vero che nutre la speranza, la comunione, la condivisione con Dio e con i fratelli.
Il Papa scriveva nell’esortazione apostolica Sacramentum Caritatis: “Non possiamo tenere per noi l’amore che celebriamo nel Sacramento dell’Eucaristia. Esso chiede per sua natura di essere comunicato a tutti. Ciò di cui il mondo ha bisogno è l’amore di Dio, è incontrare Cristo e credere in lui” (n. 84). Il desiderio è che lo sguardo del cuore si dilati sugli immensi spazi della missione, e ci faccia sentire protagonisti nella condivisione del dono della fede che abbiamo ricevuto.
E il bisogno è proprio tanto!!!!
La Fame nel Mondo
I numeri della fame nel mondo
- Circa 24.000 persone muoiono ogni giorno per fame o cause ad essa correlate. I dati sono migliorati rispetto alle 35.000 persone di dieci anni fa o le 41.000 di venti anni fa. Tre quarti dei decessi interessano bambini al di sotto dei cinque anni d’età;
- Oggi, il 10% dei bambini che vivono in paesi in via di sviluppo muoiono prima di aver compiuto cinque anni. Anche in questo caso, il dato è migliorato rispetto al 28% di cinquanta anni fa;
- Carestia e guerre causano solo il 10% dei decessi per fame, benché queste siano le cause di cui si sente più spesso parlare. La maggior parte dei decessi per fame sono causati da malnutrizione cronica. I nuclei familiari semplicemente non riescono ad ottenere cibo sufficiente. Questo a sua volta è dovuto all’estrema povertà;
- Oltre alla morte, la malnutrizione cronica causa indebolimento della vista, uno stato permanente di affaticamento che causa una bassa capacità di concentrarsi e lavorare, una crescita stentata ed un’estrema suscettibilità alle malattie. Le persone estremamente malnutrite non riescono a mantenere neanche le funzioni vitali basilari;
- Si calcola che circa 800 milioni di persone nel mondo soffrano per fame e malnutrizione, circa 100 volte il numero di persone che effettivamente ne muoiono ogni anno;
- Spesso, le popolazioni più povere necessitano di minime risorse per riuscire a coltivare sufficienti prodotti commestibili e diventare autosufficienti. Queste risorse possono essere: semi di buona qualità, attrezzi agricoli appropriati e l’accesso all’acqua. Minimi miglioramenti delle tecniche agricole e dei sistemi di conservazione dei cibi apportano ulteriore aiuto;
- Numerosi esperti in questo campo, sono convinti che il modo migliore per alleviare la fame nel mondo sia l’istruzione. Le persone istruite riescono più facilmente ad uscire dal ciclo di povertà che causa la fame.
800 milioni di persone senza cibo
Sono 800 milioni le persone, da un emisfero all’altro, che soffrono di fame. E non basta, perché la malnutrizione riguarda un numero ben superiore di persone: oltre 2 miliardi. Nel corno d’Africa, cuore della disperazione, l’80% della popolazione soffre di gravi malattie legate alla malnutrizione.
I bambini sono soggetti alla caduta di capelli, fino alla calvizie, alla perdita delle unghie e talvolta anche del primo strato di pelle.
Il mondo è pieno di affamati perché le risorse sono mal distribuite.
Per questo non è sufficiente aumentare la produzione alimentare, ma combattere la lotta su più piani: da una parte sviluppare l’agricoltura nelle zone più povere, proteggendo le economie rurali, e dall’altra correggere certi effetti dell’economia globalizzata: caduta dei prezzi dei prodotti agricoli, diffusione incontrollata delle colture industriali volute dai gruppi economici più forti, liberazione dei contadini e dei paesi poveri dal giogo dell’indebitamento.
Occorrono interventi strutturali in grado di modificare le tendenze spontanee dell’economia mondiale. Liberare dalla fame significa anche liberare dalla guerra, ha detto il Pontefice in un Suo messaggio.
“Liberare dalla fame milioni di esseri umani non è impresa facile e presuppone di estirpare le stesse cause alle radici della fame, come guerre e conflitti interni” (Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale sull’alimentazione, 2007)
Milioni di persone che hanno fame
Percentuale della popolazione di alcune nazioni che vive con meno di un dollaro al giorno (dati del 2004)
- Albania: 2%;
- Algeria: 2%;
- Argentina: 7%;
- Bangladesh: 3%;
- Benin: 31%;
- Bolivia: 23%;
- Brasile: 7,5%;
- Burundi: 54%;
- Cambogia: 34%;
- Cina: 16,6%;
- Colombia: 7%;
- Ecuador: 16%;
- El Salvador: 19%;
- Etiopia: 23%;
- Gambia: 59%;
- Haiti: 54%;
- India: 34%;
- Kenia: 23%;
- Madagascar: 61%;
- Malawi: 42%;
- Mali: 72%;
- Moldavia: 22%;
- Mongolia: 27%;
- Nicuargua: 45%;
- Nigeria: 71%;
- Tanzania: 59%;
- Yemen: 16%;
- Zambia: 76%;
- Zimbawe: 56%.
La fame dei piccoli
È allarme rosso per la situazione infanzia nel mondo. Ogni anno 11 milioni di bambini muoiono per cause facilmente prevenibili e molti altri si “perdono in mezzo ai vivi”, resi invisibili dalla miseria, non registrati alla nascita o costretti a lavorare in condizioni estreme.
Come i bambini soldato, o quelli nei bordelli, vittime dello sfruttamento sessuale. Oltre 600 milioni, sotto i 5 anni, devono sopravvivere con meno di un dollaro al giorno, 200 milioni sono affetti da rachitismo per malnutrizione e oltre 110 non vanno a scuola.
Circa 200 milioni di bambini sotto i cinque anni di età, che equivale ad un terzo dei bambini che vivono nei Paesi in via di sviluppo sono rachitici.
La maggior parte dei problemi legati alla denutrizione è localizzata in alcune regioni del mondo. Più del 90% dei bambini denutriti dei paesi in via di sviluppo vivono in Africa e in Asia. In soli 24 Stati si concentra oltre l’80% dei casi di denutrizione cronica – misurata in termini di rallentamento della crescita.
Si stima che circa 129 milioni di bambini che vivono nei Paesi in via di sviluppo siano sottopeso – quasi uno su quattro. Il 10% di questi bambini risultano gravemente sottopeso.
Ogni anno 19 milioni di bambini nei Paesi in via di sviluppo nascono sotto peso.
Il 13% dei bambini sotto i cinque anni di età che vivono nei Paesi in via di sviluppo risultano deperiti, il 5% in forma grave (in totale, questi ultimi sono circa 26 milioni).
I bambini affetti da deperimento grave hanno 9 volte più probabilità di morire rispetto ai bambini che sono ben nutriti.
Un gran numero di decessi si verifica anche tra i bambini moderatamente e leggermente denutriti, che appaiono sani fino a quando emergono patologie rivelatrici.
La fame e gli obiettivi del millennio
Il mondo ha la possibilità di sconfiggere la povertà estrema, le malattie, l’inquinamento ambientale ed innalzare la qualità della vita di ogni essere umano che abita il pianeta. La civiltà globalizzata del terzo millennio possiede la ricchezza, la conoscenza e i mezzi per coronare il sogno di un’umanità affrancata dalla miseria e dalla mancanza dei bisogni di base. Questa è la filosofia che spinse i Capi di Stato e di governo di tutti gli Stati membri dell’ONU, riuniti dal 6 all’8 settembre 2000 a New York nel “Vertice del Millennio”, la più ampia riunione di leader della storia, a porre la propria firma in calce alla “Dichiarazione del Millennio” (United Nations Millennium Declaration).
In quell’occasione i leader mondiali affermarono la loro responsabilità non soltanto nei confronti dei rispettivi popoli, ma verso l’intera specie umana, definendo una serie di ambiziosi propositi da conseguire entro il 2015 (articoli 19 e 20 della Dichiarazione).
Per il miliardo di esseri umani che vivono al di sotto della soglia di povertà, senza accesso all’acqua potabile o ai servizi sanitari, e per i bambini che di questa schiera costituiscono la fragile maggioranza, l’unica speranza per un futuro migliore risiede nella capacità dei leader mondiali di essere fedeli alla promessa fatta nel 2000.
Obiettivo OSM 1: Eliminare fame e povertà estrema.
Azione concreta: Dimezzare il numero delle persone che soffrono la fame e vivono con meno di 1 dollaro al giorno.
Obiettivo OSM 2: Istruzione primaria per tutti.
Azione concreta: Fare in modo che tutti i bambini e le bambine completino il ciclo scolastico primario.
Obiettivo OSM 3: Pari opportunità fra i sessi.
Azione concreta: Eliminare le disparità di genere nella scuola primaria e secondaria.
Obiettivo OSM 4: Ridurre la mortalità infantile.
Azione concreta: Ridurre di 2/3 il tasso di mortalità infantile rispetto al livello del 1990.
Obiettivo OSM 5: Migliorare la salute materna.
Azione concreta: Ridurre di 3/4 il tasso di mortalità materna rispetto al livello del 1990.
Obiettivo OSM 6: Combattere HIV/AIDS e malaria.
Azione concreta: Arrestare e iniziare a ridurre la diffusione di HIV/AIDS, malaria e altre gravi malattie infettive.
Obiettivo OSM 7: Assicurare la sostenibilità ambientale.
Azione concreta: Dimezzare il numero di persone che non hanno accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici.
Obiettivo OSM 8: Sviluppare un’alleanza globale per lo sviluppo.
Azione concreta: Favorire la cooperazione allo sviluppo Nord-Sud, la riduzione del debito, l’accesso ai farmaci.
Globalmente, la quota di popolazione infantile sottopeso (nella fascia di età che va da 0 a 5 anni) è diminuita di un quinto nel periodo 1990-2005. La regione che ha segnato il progresso più eclatante è l’Asia Orientale, che ha già superato il traguardo stabilito dall’OSM 1 per il 2015. Tale successo è in larga parte da imputare al miglioramento della nutrizione in Cina. Anche l’Asia Occidentale e l’America Latina hanno fatto registrare progressi rilevanti, con un calo di oltre un terzo nella percentuale dei bambini sottopeso. Le più gravi percentuali di bambini vittime della fame continuano a prodursi in Asia meridionale e nell’Africa subasahariana. È improbabile che in queste due regioni, considerando il trend attuale, si possa raggiungere il traguardo del dimezzamento della fame entro il 2015.
Cosa possiamo fare?
- Con 1 € è possibile garantire un pasto ad una persona che vive nelle regioni più povere dell’Eritrea o del Sudan, del Malawi o del Mali;
- 25,00 € sono sufficienti per garantire ai bambini di un’intera classe scolastica la possibilità di un pasto completo al termine delle attività scolastiche, prima di rientrare nelle proprie case.