Ottobre Missionario 2009
L’iniziativa, indirizzata alle famiglie, è volta alla sensibilizzazione rispetto all’emergenza fame e denutrizione che attanaglia ancora 1.017 milioni di esseri umani nel mondo. Un gesto piccolo e apparentemente banale, può rivelarsi molto prezioso per milioni di persone che lottando con tutte le loro poche forze per non morire di fame. L’iniziativa si colloca nell’ottobre missionario per la sua spiccata caratteristica di gratuità e di universalità. Il frutto della raccolta sarà destinato alle popolazioni più povere, in mezzo alle quali operano i missionari (non necessariamente bergamaschi). Lo sforzo economico richiesto alle famiglie è piccolo: un euro a settimana per ogni membro della famiglia.
Obiettivo è trasformare alcuni nostri gesti quotidiani in vita per offrire a noi stessi la possibilità di convertire la nostra vita e agli altri il dono di un sorriso.
Missionarietà: variegata esperienza di umanità
La notizia, tra le tante, correva sul display della tv: “Ucciso un missionario italiano in Brasile”. Lo spazio riservato è relativamente poco. Don Ruggero Ruvoletto, sacerdote padovano, da alcuni anni in missione, è stato freddato, dopo averlo fatto inginocchiare accanto al suo letto, con un colpo di pistola alla testa. Indagini in corso, fermati alcuni presunti esecutori. Niente di più.
Ma è giusto che sia così. Non fa notizia un uomo, un prete, che fa il suo dovere, non fa parlare di sé; “discutibili” persino le ragioni della sua presenza.
La confusione di idee, l’ambiguità del linguaggio e gli interessi diversi mettono in seria difficoltà la capacità di giudizio davanti ad episodi come questo che, nel migliore dei casi, possono farsi scappare un: “poverino”.
Chi glielo ha fatto fare? Ce lo siamo chiesti in tanti, soprattutto quelli che, come me, avevano avuto opportunità di conoscerlo.
Di certo don Ruggero, e come lui tanti altri, non è andato alla ricerca del martirio, non era nauseato dalla propria vita e neppure aveva ambizioni di prestigio. Aveva scelto di vivere la vocazione alla vita e alla fede come un dono alla missione del Vangelo. Sì, l’unica arma che don Ruggero portava con sé è quella del Vangelo, capace di sconvolgere ogni logica di violenza e di potere, libera davanti a qualsiasi coloro politico e scelta economica. Una missione di pace disarmante.
Questa la ragione più profonda.
La “Giornata missionaria mondiale” riporta all’attenzione del mondo la vocazione ad annunciare il vangelo che è della vita di ogni credente e, alla fine, connota e qualifica l’esperienza della comunità cristiana.
La proposta va ad intersecare la storia. Il passato, pur con ombre e limiti, racconta la missione attraverso figure di un calibro non indifferente. Se Matteo Ricci, nel 1500, prende la strada della Cina e sceglie di inculturarsi senza mezzi termini, Daniele Comboni, nel 1800, farà la scelta dell’Africa ad oltranza tanto da fare drasticamente suo il motto: “Nigrizia o morte!”.
Con loro si potrebbero ricordare tanti nomi conosciuti a livello internazionale, di sacerdoti, religiosi e laici, per giungere poi alla nostra storia, quella della nostra terra, dei nostri giorni. Don Berto Nicoli, don Antonio Berta, don Pietro Balzi, don Giuseppe Ferrari, sacerdoti della nostra terra che oggi continuano a vivere la missione nella pienezza del mistero di Dio e che, ciascuno con una sua particolarità, ha inciso testimonianze di carità missionaria contagiose ed indelebili. Un sentiero che ha davvero coinvolto la nostra chiesa e che continua con una ricchezza di quasi ottocento missionari nel mondo.
Anche oggi, dunque, si rinnova la consapevolezza e l’impegno della missionarietà. Il suo volto è variegato, sicuramente incarnato ovunque l’uomo cerca un senso alla fatica e gioia di vivere.
Nonostante i massimi sistemi, gli intrecci degli interessi smisurati delle multinazionali e delle lobby di potere, i commerci illeciti che mercanteggiano purtroppo anche le persone, non facciamo fatica a riconoscere la positività di presenze alternative.
Un’intera comunità diocesana, di quelle che prendono spazio nella periferia più nera delle grandi metropoli di America Latina, sceglie di condividere la propria povertà. Ci sta il Vescovo, i suoi preti ed i catechisti e, passando di stamberga in stamberga, scelgono di ascoltare, sorridere, stringere mani, cercare la speranza. Insieme, con i mezzi più poveri di cui ci si possa servire, con tutto se stessi, nulla risparmiano alla testimonianza del Vangelo.
In un angolo dell’Africa, dove la vita dipende ancora inesorabilmente dalle piogge e mangiare ogni giorno rimane un lusso, una suora tuttofare provvede sementi e patate. Sarà la sua preghiera una continua intercessione per la fecondità della terra, perché dalla terra dipende la vita della sua piccola comunità.
Se ci rapisce l’orizzonte di città del progresso e ci avvolge la frenesia del produrre e consumare non è detto che la qualità della vita sia soddisfacente, ecco perché un missionario si dedica anche al popolo del Giappone, oppure ha il coraggio di darsi da fare proprio negli Stati Uniti.
E poi, potremmo continuare l’elenco facendo riferimento a situazioni di frontiera dove sporcarsi le mani per la giustizia, la difesa della dignità umana, il rispetto della libertà, vuol dire: accusare il mercato del narcotraffico, smascherare le vie del commercio delle armi, opporsi allo sfruttamento dei più deboli, garantire la libertà di pensiero e di azione.
Tutto questo è vita nell’evangelizzazione e motiva l’azione della chiesa senza riserve e risparmio.
La Giornata Missionaria Mondiale nel ricordarci che: “dobbiamo sentire – scrive Papa Benedetto XVI° nel suo messaggio per la giornata – l’ansia e la passione di illuminare tutti i popoli, con la luce di Cristo, che risplende sul volto della Chiesa, perché tutti si raccolgano nell’unica famiglia umana, sotto la paternità amorevole di Dio”, ci impegna ancora una volta come singoli credenti e come comunità.
A ciascuno, ad ogni battezzato, l’invito a vivere con gioia la propria fede perchè realizzi spazi di positività e propositvità.
Alle comunità il compito di scrivere testimonianze di carità e condivisione per un Vangelo sempre più incarnato.
E, se l’esempio di don Ruggero può servire, di certo la proposta chiede di vivere il martirio della quotidianità come seme di missionarietà a 360°.
don Giambattista Boffi
direttore centro missionario diocesano
La proposta è per le famiglie
L’adesione all’iniziativa è libera: per le famiglie che desiderano partecipare all’iniziativa diocesana “Dall’€ al pane… conversione di vita”, viene celebrato un breve mandato durante la Celebrazione Eucaristica nella prima domenica dell’ottobre missionario.
A un membro della famiglia viene consegnato il “cancellatore di confini”, come segno di adesione alla proposta e di impegno e una brochure per offrire ulteriori spiegazioni.
Le famiglie che partecipano alla campagna, si impegnano a versare ogni settimana un euro per ogni membro della famiglia. I soldi, raccolti in Chiesa o nel gruppo di catechesi dei ragazzi, saranno poi consegnati al Centro Missionario Diocesano che a sua volta li affiderà ai missionari che vivono nelle zone dove la popolazione soffre le ristrettezze della fame.
Prima della preghiera del mandato, un membro del gruppo missionario parrocchiale, illustra alla comunità riunita nella celebrazione eucaristica l’iniziativa così che la famiglia possa decidere la sua adesione.
Preghiera di mandato
Ricevete questo segno: alla vostra famiglia l’impegno di cancellare i confini che si sono innalzati tra chi ha cibo e chi non ne ha. Il segno è piccolo, ma grande sia il vostro desiderio di convertire la vita.