Storia per i Ragazzi a Natale 2012
Prima Settimana di Avvento
Impegno della settimana
Il presepio della comunità
Come vedrai la nostra storia inizia con un esempio al contrario: la buona volontà ha abbandonato la comunità di Fratecasa e non mancheranno le conseguenze.
Anche quest’anno l’intera comunità parrocchiale di Fratecasa è convocata per preparare il Natale. Il don ha dato l’avviso due settimane fa e tutti lo sanno, ma ecco che, già di prima mattina, arriva un sms di una mamma che gli comunica che nessuno della sua famiglia ci sarà.
Poi è la volta del sagrista che, dopo la messa del mattino, gli dice che anche lui mancherà e poi le suore, il gruppo Caritas e tutto il coro in ordine sparso. Anche i catechisti si danno per assenti, come pure gli animatori dell’oratorio. Ultimo a dare buca il gruppo di lettori tramite il membro più anziano.
Il don è infuriato: “È talmente assurdo che non ci sia nessuno che sembra uno scherzo!”, pensa, mentre, comunque, accende il riscaldamento e apre la porta aspettando che qualcuno si presenti. Ma, ahimé, non arriva proprio nessuno! Il don è davvero esasperato e deluso: “Non sono venuti: bene! Allora quest’anno niente Natale, niente di niente… che si arrangino. Chi ha bisogno di tutta questa gente?!?”. Sbatte la porta, la chiude bene a chiave e se ne torna a casa ripetendo sottovoce: “Niente Natale, niente Natale quest’anno…”.
Ma il giorno dopo… la chiesa, il campanile, l’oratorio, il centro d’ascolto, l’asilo parrocchiale, tutto è sparito. Sparito nel nulla…
Il Prete
La prima figura del presepio della comunità è il PRETE. Il suo compito è quello di aiutare l’intera comunità a vivere secondo il Vangelo. Il don è il primo dei fratelli, il primo a farsi fratello con tutti dando il buon esempio, annunciando il vangelo e celebrando la messa.
Guarda il disegno del don: ha una croce al collo, segno della testimonianza buona che sempre deve dare al Vangelo, poi sottobraccio ha il libro della Liturgia delle Ore con cui prega e nella mano destra un secchiello per l’aspersione: la sua presenza è una benedizione per la comunità.
Nel disegno del don c’è un oggetto particolare: nella mano sinistra tiene stretta una cornetta telefonica rossa, cosa significa? È il segno della sua disponibilità e del suo legame con ciascuno personalmente, è come se avesse un filo rosso che lo porta dritto al cuore dei suoi parrocchiani.
Il Lettore
La seconda figura del presepio della comunità è il LETTORE, cioè chi si presta a leggere la Parola di Dio durante la messa per tuta la comunità. Il lettore prima di prestare la propria voce al Signore che parla al suo popolo, fa posto nel suo cuore alle parole della Bibbia per meditarle e gustarle.
Nel disegno il lettore ha un paio di occhiali sul naso: non solo gli servono per leggere meglio, ma anche per cogliere più in profondità il significato delle parole che gli sono affidate. Tiene aperto davanti a sé il libro della Bibbia perché le parole che dice non sono le proprie, ma quelle di Dio.
Accanto al lettore ci sono due oggetti: una è una candela perché la Parola di Dio è luce per il cammino di ogni cristiano, l’altro è un vasetto di miele affinché la voce del lettore riesca a comunicare la dolcezza delle parole che proclama all’assemblea.
Seconda Settimana di Avvento
Impegno della settimana
L’impegno di questa settimana nasce dall’ascolto attento del vangelo domenicale. Giovanni Battista invita le persone che lo ascoltano a convertirsi, cioè a cambiare quelle abitudini cattive che impediscono al bene di crescere. Il gesto della conversione è il battesimo di penitenza. Ogni giorno di questa settimana ti impegnerai ogni sera a fare L’ESAME DI COSCIENZA, cioè ripenserai alle tue azioni e le dividerai in buone e cattive.
Il presepio della comunità
Convertirsi significa anche cambiare direzione, proprio come quando in macchina si fa un’inversione a U. Nella nostra storia chi cambia direzione lo fa per ritrovarsi insieme.
“Ma cos’è successo?”, si chiedono i più mattinieri una volta usciti di casa e scoperta la sparizione. “Chi ha fatto sparire la chiesa? E il campanile?”. Tutti restano a bocca aperta, qualcuno va a chiamare il parroco che arriva di corsa e conclude che stanno tutti sognando a occhi aperti. Ma non è così: man mano che il tempo passa appare evidente che questa è la vita reale. Mentre la maggior parte si interroga su COME è avvenuta questa sparizione, facendo le più strampalate ipotesi, una bambina che ascolta curiosa, tira la manica al papà e chiede: “Ma PERCHÈ è successo?”.
Nessuno ci aveva pensato, già, perché? Il don prende la parola: “È colpa mia, scusatemi. Ieri sera ero così infuriato che non c’era nessuno all’incontro per il Natale che ho desiderato con tutto il cuore che sparisse ogni cosa!”. “Don, non è colpa tua: devo chiederti scusa, ieri sera ho preferito restare a casa al calduccio davanti alla tele. Ho pensato che tanto ci sarebbero stati gli altri”. ” Io devo chiedere perdono perché ieri sera non sono venuto perché non volevo incontrare una persona con cui ho litigato…”. Un po’ alla volta tutti i presenti si chiedono scusa a vicenda e si perdonano con un abbraccio, uno sguardo comprensivo o una stretta di mano… Dove prima c’erano i muri della chiesa adesso ci sono delle persone sinceramente pentite.
La Catechista
La terza figura del presepio della comunità è la CATECHISTA. Ha l’incarico di testimoniare la fede a nome della comunità cristiana in particolare ai bambini e ragazzi affinché, mentre crescono in intelligenza e bontà, possano anche incontrare Gesù che ci ha rivelato il volto del Padre nello Spirito Santo.
La catechista tiene con una mano il testo del catechismo che racconta la vita di Gesù e il suo mistero. Il cartellone sottobraccio, i fogli fotocopiati, i pennelli e i pennarelli che escono dalla borsa dimostrano che le parole della catechesi non si ascoltano soltanto, ma si disegnano, colorano, interpretano con fantasia e gioia.
Nella mano sinistra la catechista tiene un sacchetto di caramelle, non solo perché i suoi ragazzi sono golosi, ma anche per non dimenticarsi mai di testimoniare quanto è buono il Signore.
La Volontaria della Caritas
La quarta figura del presepio della comunità è la VOLONTARIA DELLA CARITAS. Questa persona dedica il suo tempo libero ad aiutare le persone più povere e sole. A nome della comunità testimonia la carità del Padre. Prendersi cura dei piccoli e dei poveri è il compito che Gesù ha lasciato ai suoi discepoli di ogni tempo.
La volontaria della Caritas ha un paniere con dei viveri: ci sono dei poveri tra noi che non hanno soldi nemmeno per il cibo. In mano ha una valigetta di Primo soccorso: la Caritas vigila sulle urgenze di disagio e povertà e interviene per prima come segno della carità cristiana che è sempre sollecita, per questo ci sono dei roller ai piedi.
La volontaria della Caritas ha una bussola al collo: serve per non perdere il senso delle cose che si fanno. È importante ricordare che è nel nome di Gesù che si compie ogni cosa. Se si dimentica il vangelo è come perdere l’orientamento, è come perdere la direzione giusta.
Terza Settimana di Avvento
Impegno della settimana
L’impegno di questa settimana nasce dall’ascolto attento del vangelo domenicale. Giovanni Battista insegna che la conversione del cuore porta alla conversione delle azioni e il primo gesto fraterno è la condivisione: fare a metà dei propri averi. Ogni giorno di questa settimana compirai un GESTO FRATERNO, capace di condividere cose, cibo, tempo, ma soprattutto cuore con gli altri.
Il presepio della comunità
Nella storia di questa settimana la comunità di Fratecasa scopre che quando si sta vicini agli altri si è più capaci di vedere le necessità di ciascuno e di essere più generosi, più fraterni.
Il giorno dopo ancora qualcuno si svegliò sperando che chiesa, oratorio e asilo siano tornati al loro posto, ma così non è. Qualcuno è davvero preoccupato: “Come facciamo senza un tetto sulla testa? Dove ci ritroviamo? Dove faranno catechesi i nostri ragazzi? E la messa dove la diciamo?”. Anche il don si sta facendo prendere dall’ansia, quando una mamma dice: “Per la catechesi della prima comunione possiamo fare a casa mia, preparerò anche una bella torta per la merenda!”. “Invece”, aggiunge un papà, “credo che nel nostro ufficio possiamo fare un po’ di posto per il centro ascolto della Caritas, così il servizio non viene meno”. “Per l’asilo c’è un appartamento sfitto nella mia casa, posso interessarmi…”, “Per dire messa possiamo trovarci nel mio capannone…”. “E tu. Don, se vuoi puoi fare la segreteria parrocchiale nel retro del mio negozio, se vuoi, c’è abbastanza spazio per due scrivanie e una fotocopiatrice…”. Il don guarda i suoi parrocchiani a uno a uno e sente negli occhi il pizzicorio delle lacrime. È commosso: sente che nella sua comunità ci si vuole proprio bene.
Il Sagrista
La quinta figura del presepio della comunità è il SAGRISTA. Il suo compito è quello di prendersi cura della chiesa con passione affinché sia una casa accogliente per tutti coloro che vi entrano. Con il suo prezioso lavoro aiuta il prete e fa sì che tutto fili liscio durante la messa.
Il sagrista è una persona molto puntuale, per questo un orologio vistoso sbuca dal suo polsino: dà il tempo a tutta la comunità suonando le campane che invitano alla messa. Il suono delle campane si libera nel cielo e ricorda a tutti i cristiani che sono invitati da Gesù alla sua mensa.
La chiave appesa alla cintura apre e chiude le porte della chiesa. Il sagrista la rende un posto accogliente riscaldandola d’inverno e tenendola fresca d’estate, stendendo sull’altare una candida tovaglia come quella che porta sotto al braccio.
L'Animatore dell'Oratorio
La sesta figura del presepio della comunità è l’ANIMATORE DELL ORATORIO. Il suo compito è quello di occuparsi dei bambini e dei ragazzi nel tempo libero. Mentre propone dei giochi aiuta a stare insieme, a conoscersi, a voler bene all’oratorio dove si diventa grandi con tanti amici.
Un pallone e un fischietto sono gli strumenti base per essere un animatore. Con poche cose e molta fantasia il cortile dell’oratorio si trasforma in un campo di battaglia, negli abissi dell’oceano… L’animatore dell’oratorio è capace di far vivere delle avventure strepitose e irripetibili.
In mano l’animatore ha una bomboletta spray: serve per preparare lo striscione di benvenuti da appendere sull’ingresso dell’oratorio. L’animatore accoglie tutti, conosce tutti e gioca con tutti. Nel suo piccolo mostra che la comunione dei cuori è possibile.
Quarta Settimana di Avvento
Impegno della settimana
L’impegno di questa settimana nasce dall’ascolto attento del vangelo domenicale. Maria porta Gesù nel suo grembo, lo porta nella casa di Elisabetta, così come lo porta in tutte le nostre case. Maria è un modello per ogni cristiano, anche per te. Nei giorni prima e dopo il Natale PORTA GESÙ’ AI FRATELLI, testimonia la tua fede, scopri cosa significa essere cristiano.
Il presepio della comunità
La Comunità di Fratecasa scopre che si è veramente fratelli, si è veramente Chiesa non quando si ha un edificio in cui ritrovarsi, ma quando Gesù è presente nelle parole, nelle opere e nei pensieri.
Piano piano le attività della comunità di Fratecasa iniziano a ingranare di nuovo: ognuno apre casa sua agli altri per quello che può, così come tanti prestano sedie, tavoli, materiali vari per le varie riunioni.
Sembra che la sparizione della chiesa abbia reso tutti più disponibili, più capaci di condividere e più vicini tra loro. Intanto il Natale sta per arrivare e il don deve pensare anche a dove celebrare la messa di mezzanotte: “Forse possiamo andare nel paese qui vicino a chiedere di accoglierci tutti quanti…”.
Mentre è immerso in questi pensieri un vecchietto ancora arzillo si presenta da lui con un bel crocifisso in braccio: “Senti don, ci ho pensato molto, prima di dirti la mia idea, spero ti piaccia. Questo crocifisso mi è stato regalato da mia nonna, è scolpito nel legno di ulivo e ha tantissimi anni, forse più di un secolo. Se sei d’accordo mi piacerebbe donarlo alla comunità così che, in qualunque casa o garage ci ritroviamo, possa sempre esserci il segno della presenza del Signore Gesù tra di noi. Che ne dici?”. “Dico che è una bellissima idea, un’idea frutto dello Spirito che soffia sempre. Avrei dovuto pensarci prima io… ma con tutte le preoccupazioni che ho… grazie! Sotto questo crocifisso metteremo la culla del Bambino la notte di Natale mentre adoreremo e renderemo grazie per il sacrificio di Gesù”.
La Cantora
La settima figura del presepio della comunità è la CANTORA. La cantora mette a disposizione della comunità la bella voce che possiede. Gli spartiti e il fiore sono il segno di impegno e bellezza, mentre la chitarra ricorda l’ingegno umano nel cantare le lodi di Dio
La Suora
L’ottava figura del presepio della comunità è la SUORA. La suora con l’abito, il velo, il crocifisso e il rosario dichiara la propria consacrazione al Signore nella preghiera. Il trenino giocattolo ricorda la cura che ha dei bambini più piccoli dell’asilo, mentre le forbici e le fotocopie raccontano la disponibilità gratuita nel dare sempre un aiuto.
Santo Natale
Il presepio della comunità
La storia termina con una sorpresa, che è un dono: la gioia di essere in comunione è così grande da diventare forza e riparo per tutti. È il mistero della Chiesa che ogni cristiano vive nella propria comunità.
Per la notte della vigilia di Natale il don è stato chiaro: “Da questa vicenda abbiamo imparato che poter essere vicini è un dono, non un peso o una prigione. Allora dobbiamo essere capaci di essere vicini anche alle altre parrocchie, non solo tra di noi, e poter celebrare il Natale in una chiesa, con degli altri fratelli e sorelle è un dono, perché è un posto bello. Facciamo che sia una festa dei cuori e non delle cose!”. Nella notte scura e fredda tutti arrivano alla spicciolata imbacuccati, i pullman li stanno già aspettando sul piazzale dove prima c’era la chiesa. I convenuti si guardano e si sorridono con un po’ di nostalgia quando un gruppetto di ragazzi, che si rincorrono iniziano a gridare: “È qui dietro il pullman!!!”. All’inizio gli altri non capiscono, poi qualcuno si lascia trascinare dai ragazzi e… SORPRESA!!! Ecco il regalo di Natale per la comunità: la chiesa, il luogo in cui celebrano la messa di Natale. Tutti sono davanti alla porta d’ingresso, il don la apre e… l’altare già apparecchiato, le luci accese e il riscaldamento avviato. Mancano solo le persone e i loro cuori per compiere il miracolo della comunione nella memoria di Gesù.
Maria e Gesù Bambino
La nona figura del presepio della comunità è MARIA E GESÙ BAMBINO. Il manto di Maria è come il cielo stellato: è il riflesso dello sguardo di Dio sul mondo che protegge e benedice.
Gesù Bambino è avvolto in bianche fasce e ha le braccia aperte: sia nella nascita che nella morte è pronto ad abbracciare l’umanità.
Giuseppe
La decima figura del presepio della comunità è GIUSEPPE. Giuseppe tiene in mano il bastone del viaggiatore con una fiaschetta: deve vincere la fatica e la sete del cammino.
Nell’altra mano una piccola stella è il segno della promessa di Dio che non lo lascia mai solo.
Un cane sta seduto accanto a lui: è il segno della fedeltà di Giuseppe al sogno di Dio.
I Re Magi
L’ultima figura del presepio della comunità è i RE MAGI. I Magi vengono da lontano e ognuno porta in testa una bella corona, segno di potere, ricchezza e intelligenza.
Tra le mani hanno i doni per il Bambino: una casa tutta d’oro, la profumata pianta dell’incenso e una coppa piena di mirra.