Premio Papa Giovanni XXIII, quarta edizione

Di seguito i vincitori della quarta edizione del premio “Beato Papa Giovanni XXIII°” per l’anno 2011.

Suor Vittoria Magni

Nata a Levate nel 1929, appartiene all’Istituto delle Orsoline di Somasca. Di lei si può dire a buon diritto che è una “missionaria della prima ora” sul fronte della missione diocesana in Bolivia, della quale stiamo celebrando il 50° d’inizio. Suor Vittoria, infatti, vive e lavora a Munaypata dal lontano 1964. Conosciuta come la “Madre Teresa” di La Paz, presta da quasi 50 anni la sua opera missionaria in modo umile in mezzo agli ultimi, condividendone la povertà di vita.

Per anni ha rinunciato a tornare in Italia per le vacanze, per destinare ai suoi campesinos il denaro del biglietto aereo in segno di autentica condivisione. Attualmente è incaricata dell’assistenza di oltre 500 anziani.

Grazie a questa testimonianza efficace e silenziosa, suor Vittoria svolge un prezioso lavoro di formazione delle coscienze per quanti nel suo servizio riconoscono il vangelo quotidianamente e concretamente vissuto.

Padre Luigi Arnoldi

Missionario Saveriano nativo di Brembate e scomparso lo scorso agosto in un incidente stradale durante la sua ultima vacanza in Italia, ha vissuto in Burundi, in anni lontani, la sua prima esperienza missionaria conclusa nel 1983 con l’espulsione che costrinse tutti i missionari ad abbandonare quanto con amore stavano costruendo con il popolo burundese. Ma durante gli ultimi 14 anni, tornato in Burundi, ha vissuto nel seminario teologico di Gitega una nuova importante forma di missione a servizio di una Chiesa sorella in un Paese da tempo in faticosa ricerca di una non facile pacificazione. Contemporaneamente è stato anche Superiore Provinciale dei Saveriani in Burundi.

“Quando la divisione la senti nell’aria, – affermava alcuni anni fa padre Luigi in un’intervista- dire insieme il Padre nostro è provocazione e impegno a realizzare quello che umanamente sembra impossibile. Mai come in queste situazioni il Vangelo è novità e provocazione. Non rimane che accettare la sfida e andare avanti, nella costruzione di una fraternità nuova, al di là dell’appartenenza etnica. La Chiesa si propone di essere famiglia di tutti i figli di Dio. È questa la sua grande sfida: essere segno e strumento di unità. E la Chiesa è l’unica istituzione capace di proporre concretamente questa strada. Educare ed educarsi ad incontrare l’altro diventa un fattore di crescita, oltre che di testimonianza di una vita ecclesiale che costituisce la risposta ai conflitti in cui l’Africa è precipitata. È questo il nostro compito di formatori è questa la grande missione della Chiesa burundese oggi”.

Monsignor Mario Maffi

Nativo di Costa di Mezzate, è un sacerdote “fidei donum” con una lunga esperienza di missione. Dopo 14 anni in Bolivia, nella diocesi di Cochabamba, nel 1998 ha accettato la sfida di aprire un nuovo fronte delle missioni diocesane partendo per Cuba, paese in cui tuttora svolge un servizio di annuncio che, attraverso la catechesi, la preghiera, le opere di carità e di solidarietà, si preoccupa di coinvolgere le persone in un rapporto personale, dentro le loro case, dove la famiglia vive l’esperienza della comunità e dell’accoglienza.

“Per annunciare il Vangelo della speranza, -dice don Mario – è necessario partire dalla convinzione che è Dio che salva il mondo, è Lui che guida la storia, comunica all’umanità il suo amore e ama tutti. Questa certezza ci dà la possibilità di essere un po’ audaci nell’inventare modi di annunciare il Vangelo. La sfida è riuscire a farlo scoprire in maniera esistenziale, cioè nella vita stessa delle persone che incontriamo di responsabilizzarle, educandole alla fede, al credere, alla testimonianza della propria fede”.

Recentemente don Mario, con la nomina di “prelato d’onore di Sua Santità”, ha avuto un importante riconoscimento per il suo impegno missionario prima in Bolivia e ora a Cuba, nella Diocesi di Guantánamo-Baracoa.