Premio Papa Giovanni XXIII 2009
Di seguito i vincitori della seconda edizione del premio “Beato Papa Giovanni XXIII°” per l’anno 2009.
Madre Gina Gamba
Suora Canossiana, nata nel 1932 ad Almé, è entrata in convento nel 1952. Nel 1960 raggiunge la sua prima missione in Zaire dove si ferma per 23 anni. Nel 1994 viene mandata in Togo, dove si trova ancora adesso. Madre Gina si occupa prevalentemente di malati, soprattutto di quei malati che non possono permettersi l’assistenza e le cure mediche.
La sua testimonianza di una fede semplice, ma appassionata è, per moltissime persone, esempio da seguire.
La sua vita in missione è lunga, ma la passione non è mai venuta meno! Ha sempre saputo condividere la povertà e donare molto amore agli ultimi per migliorare la loro vita e offrire speranza per un futuro migliore per tutti, anche per coloro che la società non considera più.
Padre Lorenzo Valoti
Missionario Saveriano, nato ad Alzano Maggiore nel 1952.
Il suo impegno è in Bangladesh. Opera a Satkhira ed è responsabile, nella missione, dell’orfanatrofio che ospita 12 0 bambini dai 5 ai 13 anni, molti dei quali orfani e abbandonati. Inoltre ha in cura 16 villaggi dislocati nella campagna circostante, che può raggiungere in moto, nella stagione asciutta, oppure in barca, nella stagione delle piogge.
Padre Enzo ha a cuore in modo particolare il rapporto con le persone, ascoltare i loro racconti, i loro bisogni e cercare di risolvere con loro tutti i problemi.
Una attenzione particolarissima è per la famiglia: famiglie disgregate, in cui coloro che pagano sono i più piccoli, i meno considerati.
Padre Ferri Alberto
Il terzo premio è stato affidato alla memoria di padre Alberto Ferri, missionario Comboniano. Ordinato sacerdote il 18 marzo 1961. È entrato nella comunità dei comboniani all’età di undici anni.
Ma la sua vita era destinata ad essere tra i più emarginati del mondo e così, nel luglio del 1963 partì per l’Ecuador, dedicando tutte le sue forze a difendere i diritti delle popolazioni locali, rischiando più volte perfino la vita.
In 46 anni sono state ben sei le missioni fondate da P. Alberto, a cominciare da Limones, nella regione di Esmeraldas (dove ha creato una cooperativa di pescatori, portando la corrente elettrica nel paese), e poi tra gli Indios canapa del Quinindè, e tra i “Tagliatori di teste” di Honorato Vasques, contrapponendosi ostinatamente alle autorità ogniqualvolta dei soprusi venivano compiuti ai danni dei più indifesi.
P. Alberto ha fondato scuole perché diceva sempre che la scuola è una delle prime cose necessarie in una missione l’istruzione per combattere l’ignoranza. Ha realizzato strade di villaggio in villaggio, Chiese per radunare la gente intorno alla Parola di Gesù, ha dato inizio a laboratori di lavoro perché voleva che la gente imparasse ad autogestirsi. È ritornato al Padre il 16 ottobre 2009 dopo 46 anni in Ecuador.