Incontrare il sorriso di chi riceve un dono – Cuba
Cuba è bianca e nera allo stesso tempo come nessun altro stato del mondo. Cuba, per alcuni, è uno stato patriottico, un’isola del terzo mondo che ha avuto il coraggio di ribellarsi al sistema internazionale, allo sfruttamento, al sistema neocoloniale capitalista e globalizzatore per tentare, pur tra mille difficoltà e manovre di sabotaggio fisici o mediatici, di cercare un modello di stato basato sulla giustizia, sull’uguaglianza sociale, su un patriottismo e un senso comune terzomondista, internazionalista e anticolonialista.
Indubbio il tentativo di mantenere la propria identità nelle diverse circostanze economiche e politiche. Una bandiera di libertà, dunque, di indipendenza, di orgoglio, di giustizia sociale contrapposta al freddo capitalismo, all’individualismo occidentale, alle servitù mascherate alle grandi lobby e ai potenti della terra.
Ma Cuba, così come non è soltanto il paradiso tropicale dipinto dai tour operators e dai racconti entusiastici di chi ci è stato, non è nemmeno soltanto il paradiso politico che alcuni continuano ad affermare. Cuba, affermano molti altri, è uno stato in cui le violazioni dei diritti umani sembrano essere una costante, in cui il trattamento ai prigionieri, spesso catturati in maniera arbitraria, è tra i peggiori del mondo.
Stato in cui la libertà di opinione e di associazione è calpestata, stato in cui la popolazione sopravvive spesso in condizioni miserabili oppressa da un regime che è lo stesso da quasi 50 anni. È uno stato che, per Amnesty International, non rispetta i diritti dell’individuo.
Dentro questa realtà è presente l'”anima cristiana” di Cuba, come affermò Giovanni Paolo II, nella visita pastorale del 1998, che è custodita dalla Chiesa cubana. Una presenza spesso ridotta al silenzio, ma comunque incisiva, significativa e, soprattutto, capace di dare speranza a questo popolo ed al suo futuro. È questo l’impegno della chiesa, che non è perseguitata, ma neppure gode di libertà nelle diverse dimensioni della evangelizzazione. La testimonianza del Vangelo passa attraverso una presenza assidua, attenta e disponibile nella condivisione dei momenti quotidiani dell’esistenza e della comunità. Una presenza di carità, non tanto per delle opere costruite, ma per il sostegno all’ordinarietà della vita.
Il progetto fa riferimento alla Diocesi di Guantanamo Baracoa, che dal 1999 è legata alla Diocesi di Bergamo per un progetto di cooperazione tra le chiese che, fino ad ora, ha comportato l’invio di tre sacerdoti diocesani bergamaschi a servizio di tre comunità locali.
È impegno di questi sacerdoti e delle loro comunità la prossimità ai poveri ed ai piccoli. Ecco allora il progetto: un piccolo segno di Natale , per case che non possiedono nulla, sarà la consegna della statuina di Gesù Bambino insieme a generi di prima necessità, soprattutto per i piccoli ed i malati.