Condividere la gioia di un pasto quotidiano! – Darfur
Darfur, una regione del Sudan occidentale. La crisi di questa zona resta una delle più gravi emergenze umanitarie del mondo, caratterizzata da una situazione generale di insicurezza, dal massiccio sfollamento di civili e da una forte dipendenza delle popolazioni colpite dagli aiuti umanitari. Le persone direttamente colpite dalla guerra sono circa 3,2 milioni, quasi la metà della popolazione totale della regione; di queste, 1,87 milioni risultano sfollate all’interno del Darfur: 1,4 milioni hanno meno di 18 anni, 500.000 sono bambini sotto i 5 anni di età, esposti al rischio di violenze, abuso, sfruttamento.
Per sfuggire alle violenze, inoltre, altre 210.000 persone hanno varcato il confine con il Ciad orientale, accolte nei campi profughi appositamente allestiti. A causa della grave penuria alimentare in cui versa la regione, e a fronte di un raccolto che si stima non supererà il 20% dei livelli standard, nel prossimo anno la crisi del Darfur potrebbe assumere connotati ancor più gravi.
Le origini del conflitto vanno ricercate nel quadro delle tradizionali tensioni interetniche tra le tribù africane dei Fur, Zaghawa e Masalit – a carattere stanziale e agropastorale – e le tribù nomadi di origine araba, in un ambito di risorse profondamente scarse. Tali fattori storici e tradizionali si inseriscono nel contesto conseguente il processo di pace tra Nord Arabo e Sud africano, dopo circa 40 anni di guerra civile, con un riassetto, e riequilibrio di poteri da cui il Darfur è rimasto sostanzialmente escluso.
Gravi si presentano allora le condizioni delle popolazioni nonostante i tentativi intrapresi nei colloqui di pace: stupri e violenze proseguono impunentemente; le milizie Janjaweed continuano indisturbate a commettere violenze nelle areecircostanti i campi sfollati; il governo di Karthoum insiste affinché gli sfollati ritornino alle rispettive terre di origine, senza che vi siano condizioni minime di sicurezza per il loro reinsediamento. La situazione delle popolazioni colpite dalla guerra risulta ulteriormente aggravata dalle conseguenze della siccità, che ha compromesso i raccolti di quest’anno, mentre le scorte alimentari dello scorso anno risultano ormai esaurite.
Le minacce per queste popolazioni si presentano su diversi e variegati fronti: la denutrizione, la scarsità di acqua, la difesa della salute, soprattutto dei più piccoli.
È nel contesto di questa situazione che accogliamo l’appello delle Suore Comboniane per l’emergenza e l’assistenza umanitaria ai rifugiati di Wau.
Gli obiettivi del progetto sono due: alleviare i bisogni di base delle famiglie dei rifugiati (cibo, vestiario, medicinali, casa) e promuovere le loro capacità (scuola per i bambini e strumenti agricoli) così che possano essere gradualmente autosufficienti.
La Diocesi di Wau (Sudan) è impegnata nell’accoglienza ed accompagnamento dei profughi con grossi problemi di gestione per provvedere gli elementi necessari. Per promuovere le loro capacità e la fiducia in loro stessi si provvederà anche alla distribuzione di semi ed utensili agricoli così che possano seminare nel tempo delle piogge e guadagnarsi gradualmente il loro cibo.