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Attivazione di laboratori di cucito e ricamo a sostegno delle necessità basilari di madri disagiate

Situazione riguardo sanità e infanzia

La situazione sanitaria dello Zimbabwe è drammatica; la mortalità infantile è elevata (muoiono infatti 81 nati su 1000) e la speranza di vita è di soli 37 anni, una tra le più basse in tutto il mondo. Secondo dati UNICEF, lo Stato ha registrato un picco di mortalità infantile negli ultimi anni: dal 61% del 2003, all’81% del 2015; allo stesso modo, anche la speranza di vita che, se all’inizio del XXI secolo era di 60 anni, ora è scesa drasticamente. Questo spaventoso calo è dovuto principalmente alla diffusione dell’AIDS, diventata sempre più massiccia: è colpito, infatti, un terzo della popolazione, provocando la comparsa di più di un milione di orfani. Lo Zimbabwe è, di fatto, il quarto stato con il più alto tasso di diffusione dell’HIV nel mondo. Nel 1999 è stato redatto il documento intitolato “National HIV/AIDS Policy”, nel quale vengono analizzate le problematiche relative alla diffusione del virus, con possibili soluzioni, che si inseriscono in una strategia globale a livello nazionale.

Anche la malaria è sempre più presente e, a causa del peggioramento delle condizioni igieniche e sanitarie, il rischio di epidemie diventa sempre maggiore. La stessa capitale Harare soffre per la mancanza di acqua e le fognature della città sono in uno stato disastroso. Tutto ciò porta con se’ l’inquinamento idrico, la nascita di patologie epidemiche (nel 1994 fu registrata anche un’epidemia di peste) e il rischio di colera. A peggiorare la situazione, sono state anche eliminate le vaccinazioni per ragioni economiche.

Successivamente alla partecipazione alla guerra nella Repubblica del Congo, lo Zimbabwe è caduto in deficit economico. Tutti i settori, a partire dall’agricoltura sino ad arrivare all’industria siderurgica ne hanno risentito generando un deficit fiscale insostenibile. Il paese sta attraversando oggi una spaventosa crisi che, oltre ad essere economica, è anche umanitaria e politica.

In base al documento Inter-Censual Demographic Survey, redatto nel 1997, su una popolazione totale di 11,8 milioni, i ragazzi di età compresa tra i 5 e i 17 anni sarebbero il 37,25% (circa 4,4 milioni). Di essi, circa 600.000 sarebbero orfani, mentre il numero totale degli orfani, considerando anche i soggetti adulti, salirebbe ad 1 milione. Ad Harare ci sarebbero almeno 538.701 ragazzi, il 12,2% del totale, anche se in realtà questa stima sembra essere poco realistica, a causa dei fenomeni migratori degli ultimi anni.

Nonostante tutto, la percentuale di ragazzi frequentanti la scuola ad Harare risulta essere intorno all’85%; i restanti ragazzi non frequentano la scuola per tre differenti motivazioni:

  • impossibilità a pagare le tasse: 12,5%;
  • respinti: 4,2%;
  • non interessati: 1,9%.

Le misure adottate dal governo dello Zimbabwe a favore degli orfani, emanate nel 1995 e poi approvate nel 1999, sono:

  • tutti i ragazzi, compresi gli orfani, hanno diritto ad usufruire delle strutture educative;
  • il diritto alla proprietà degli orfani deve essere salvaguardato e protetto;
  • la cura e il supporto dato agli orfani deve essere in linea con la Convenzione sui diritti del Fanciullo e con l’African Charter on the Rights and Welfare of the Child.

La crisi dovuta all’aumento del numero degli orfani è stata evidenziata a partire dal mese di luglio del 1992; in questo anno il Department of Social Welfare del Governo dello Zimbabwe ha indetto una conferenza nazionale sul tema, supportata da UNICEF. Venne qui riconosciuto un numero limitato di ONG e di Community Based Organisation che lavorassero per tentare di limitarne gli effetti negativi e, inoltre, l’intervento a livello di comunità basato sul lavoro di campo come unico con risultati apprezzabili in termini di diminuzione del disagio sociale, Si propone quindi di offrire agli orfani un ambiente stabile nel quale poter vivere e potersi sentire accolti, per poter sopperire ai danni inestimabili dovuti alle loro pessime condizioni di vita.

Nel 1995 il Governo dello Zimbabwe ha sviluppato la National Policy on the Care and Protection of Orphans, approvata definitivamente nel 1999. Questo piano nazionale riaffermava la validità della strategia a livello locale e la necessità di evitare l’istituzionalizzazione degli orfani, tenendola come ultima alternativa possibile.

A metà degli anni ‘90 il Department of Social Welfare ha iniziato una sperimentazione su tre modelli di Community-based Orphan Care: uno in ambito rurale, uno in ambito urbano e uno in aziende agricole (commercial farms). Nel corso dell’anno 2000, 30 comunità stanno sperimentando a vari livelli questi modelli elaborati dal Governo.

Informazioni sul territorio

Lo Zimbabwe, ufficialmente Repubblica dello Zimbabwe, è uno Stato dell’Africa orientale, situato tra il fiume Zambesi e il fiume Limpopo; non ha sbocchi sul mare e confina a nord con lo Zambia, a est col Mozambico, a sud con il Sudafrica e a ovest con il Botswana. In passato era noto come Rhodesia Meridionale o più semplicemente Rhodesia.

Il responsabile del progetto

La responsabile del Progetto è Suor Giovanna Giupponi, nativa di Sarnico, appartenente alla congregazione delle suore di Maria Bambina. Suor Giovanna è missionaria da più di quarant’anni; negli ultimi venticinque si è dedicata alla missione nella comunità di Chinhoyi in Zimbabwe.