50° di Cooperazione Tra le Chiese di Bergamo e della Bolivia
Nel 1912 il Vescovo, Mons. Radini Tedeschi, istituiva all’interno dell’organizzazione della Curia Vescovile di Bergamo un ufficio davvero speciale: Segretariato per le missioni cattoliche all’estero.
100 anni dopo, frutto di un intenso cammino ecclesiale e di una rinnovata coscienza missionaria non solo ricordiamo questo avvenimento, ma fissiamo una tappa significativa dell’impegno missionario della diocesi: 50esimo di inizio della missione diocesana in Bolivia.
Non sono certo sufficienti poche righe per dare volto ad una storia intensa e partecipata che vanta al suo attivo testimoni, progetti, strutture, relazioni, servizi meritevoli ciascuno di un capitolo a sé.
È possibile comunque far scorrere, quasi come una brezza leggera che accarezza le pagine di un libro non ancora concluso, alcune riflessioni capaci di ricordare alle comunità parrocchiali della Diocesi anche questo servizio che ha preso forma nel vissuto della nostra Chiesa perché da sempre radicata nella missione.
Il Concilio segnò con forza una nuova consapevolezza: la chiesa diocesana è responsabile della missione universale ed ogni Vescovo partecipa a questa missione nella comunione con il Papa e nella collegialità con gli altri Vescovi.
Non è una cosa da poco!
Si misero per strada Vescovi per andare oltre oceano ad incontrare altri Vescovi e le loro comunità. Il mito vuole che la scelta della missione in Bolivia prendesse forma, per la nostra Chiesa, in una stanza dei palazzi Vaticani durante un incontro preparatorio al Concilio. GiovanniXXIII°, che della missione aveva fatto esperienza personale, si sentì di suggerire al supplicante Arcivescovo di La Paz di interpellare il “bel” Vescovo di Bergamo, mons. Piazzi, perché: “lui di preti ne ha!”.
E l’11 ottobre del 1962, mentre i Padri Conciliari invocavano il dono dello Spirito Santo varcando la soglia della patriarcale basilica di San Pietro, due sacerdoti bergamaschi imbarcavano al porto di Genova per rispondere alla richiesta di una Chiesa sorella.
Iniziatori di una storia di tutto rispetto che è andata via via prendendo forma con altre partenze, l’apertura all’Africa nel 1976 in Costa d’Avorio, a Cuba nel 1999 ed altre esperienze con altre Chiese sorelle. Non tardarono a prendere il largo alcuni laici spinti dapprima da un desiderio personale e poi, in modo sempre più convinto, dalla consapevolezza di essere mandati dalla loro Chiesa ad un’altra Chiesa. Alcuni istituti religiosi femminili seguirono le stesse orme.
Oggi il servizio missionario della nostra diocesi assume un volto ricchissimo, una storia considerevole e, soprattutto, una prospettiva futura sempre più intensa. Coinvolge in prima persona sacerdoti e laici, religiose e consacrati.
Le strutture parlano da sole. Un ospedale e diverse poste sanitarie, un collegio e scuole di villaggio e parrocchiali, chiese e piccole cappelle per le comunità del campo, aule per la catechesi e gli incontri di comunità. La fantasia di ciascuno ha arricchito il patrimonio con tante e diverse collaborazioni a livello istituzionale e con alcune realtà locali.
Il lavoro pastorale si è concretizzato in un servizio appassionato e generoso. Nei seminari i nostri sacerdoti hanno accolto l’invito all’insegnamento ed all’ascolto spirituale; nelle parrocchie, spesso quelle del campo o comunque ricche di difficoltà e problematiche, un servizio ai piccoli, alle famiglie, agli anziani; le religiose non hanno mancato rispetto a tutta la dimensione della valorizzazione della donna ed i laici non hanno fatto mancare professionalità e competenza nei campi più diversi rispetto alla prossimità agli ultimi ed il tracciato di un futuro migliore.
È una storia intensa quella che ci lasciamo alle spalle e non possiamo fare altro che ringraziare il Signore di tutte le meraviglie vissute. Una storia che merita di essere raccontata attraverso volti di sacerdoti, religiose e laici. Una storia che non esaurisce il suo racconto oltre oceano, ma interagisce con molte delle nostre comunità, con gruppi di animazione missionaria, con l’intera Diocesi attraverso gli impegni più diversi.
È chiaro che il sostegno economico, generoso e continuo di tanti, ha permesso tutto questo. Parrocchie che si sono mobilitate e si sono sentite coinvolte in prima persona facendo diventare “voce” del proprio bilancio il sostegno ordinario alla missione diocesana, gruppi che si sono spesi in iniziative e proposte tra le più svariate, ditte e persone private che nel budget annuale hanno considerato uno spazio speciale per le missioni.
Il compito del Centro Missionario è anche quello di provvedere a questa quotidianità perché i missionari possano dedicarsi completamente al loro ministero. Uno sguardo complessivo a questo impegno garantisce equità di sostegno a tutti e possibilità di individuare priorità ed urgenze.