“Casa di case” AEPER Bergamo
Il progetto
Il contesto attuale, nella sua complessità, colloca la famiglia in una situazione di grande precarietà e la pone come soggetto particolarmente vulnerabile. Sono le reti sociali (parentali, amicali, territoriali) a costituire un “capitale sociale” indispensabile per le famiglie. Quando tali reti sono assenti, limitate o poco fruibili, la famiglia entra in sofferenza, non avendo un tessuto relazionale a cui riferirsi e nel quale trovare supporto.
Uno slogan potrebbe così riassumere la vision del progetto: “per fare famiglia occorrono reti”.
Il progetto “Casa di Case” assume una declinazione “al plurale”: un gruppo di famiglie e una comunità di vita (la Comunità Nazareth) danno vita ad una esperienza di fraternità vivendo insieme e accogliendo nuclei familiari temporaneamente in difficoltà, adulti che vivono fasi di fragilità personale, giovani che hanno bisogno di un supporto per il raggiungimento della propria autonomia.
Non si propone come “servizio professionale”. Più semplicemente valorizza la normalità di vita di una Comunità e di alcune famiglie al fine di offrire possibilità di sostegno a chi vive situazioni di difficoltà e vulnerabilità..
Pensiamo ad un progetto non chiuso in se stesso, ma generativo, aperto a tutte quelle famiglie che nel corso del tempo si riconosceranno in un progetto di famiglie fraterne.
Punti qualificanti
Alcune parole chiave aiutano a descrivere valore e senso del Progetto:
L’accoglienza, intesa come possibilità offerta ad altri, singoli o famiglie, di un luogo e di un tempo per far decantare gli eventi critici e ripensare ad un progetto di vita maggiormente soddisfacente; opportunità, questa, resa possibile dalla vicinanza abitativa e relazionale con la Comunità Nazareth e con le famiglie.
La mutualità, intesa come aiuto reciproco che viene messo a disposizione e richiesto nella quotidianità e nell’ordinarietà e che prende concretezza grazie alla vicinanza abitativa e all’incrociarsi dei momenti dei vita. La mutualità, intesa come disponibilità a darsi e a coinvolgersi nelle relazioni, è un requisito importante per accedere al progetto.
La territorialità, intesa come costruzione e rafforzamento di relazioni e di un radicamento nel luogo fisico e relazionale (la comunità locale) attraverso occasioni e/o proposte fruite e/o generate. Pensiamo anche ad una territorialità che va aldilà dei confini di un luogo fisico e/o amministrativo, per comprendere un territorio relazionale e di senso che si costruisce e si consolida dentro a proposte, a interessi, a riferimenti valoriali fondativi e a pratiche di vita accomunanti, ma anche universali.
La testimonianza, come atteggiamento di fondo verso la vita, le persone e la storia, volta ad incontrare e riconoscere un Bene che ci abita e ci accompagna.
La ricerca, intesa come modo di approcciare la vita e di gustarne il sapore sia personalmente che collettivamente, per individuare nuove economie, nuove vicinanze, nuovi stili di vita.
Cosa offre il progetto “Casa di Case”
Le aree di intervento del progetto “Casa di Case” sono:
- l’accoglienza di minori, neomaggiorenni, adulti e/o nuclei familiari in difficoltà, inviati dai servizi sociali territoriali o da altri soggetti. La realizzazione delle unità abitative per l’accoglienza è concepita a moduli, che si possono variamente comporre a seconda dei bisogni delle persone o dei nuclei accolti. Si va quindi da un minimo di n. 3 situazioni alla possibilità di 6/8 persone.
- la cura e la vicinanza alle giovani coppie e alle famiglie sia strutturando percorsi formativi e laboratori ad hoc sia attraverso modalità informali finalizzate all’ascolto e all’accompagnamento;
- il sostegno alla genitorialità nella cura e crescita delle giovani generazioni che si traduce in un disegno volto a sostenere le famiglie nel compito educativo verso le giovani generazioni e non solo verso i propri figli;
- i “laboratori del fare”: luoghi per attività legate al recupero e riutilizzo di materiali e oggetti di scarto con l’obiettivo di aggregare e sostenere famiglie e persone in difficoltà e promuovere nuovi stili di vita basati sulla sobrietà. I laboratori sono pensati anche per poter generare delle piccole economie di fraternità;
- attività culturali che, partendo dall’esperienza di vita in corso, possano offrire percorsi tematici e culturali sulle nuove forme di convivenza, sulle forme di prossimità, sulle reti di fraternità.
Le azioni sono rivolte a tutte le realtà del territorio e vogliono essere un piccolo contributo alla crescita delle comunità locali in una logica comunitaria attenta a realizzare un benessere rivolto a tutti ed in particolare ai più deboli.
Il contesto
Il progetto “Casa di Case” nasce all’interno del Gruppo Aeper che, attraverso diverse esperienze, traduce la propria vocazione a:
a) condividere le situazioni di vulnerabilità e fragilità delle persone attraverso forme diverse di accoglienza;
b) promuovere azioni progettuali, formative e culturali perché i territori diventino sempre più comunità accoglienti e inclusive;
c) valorizzare attraverso interventi pedagogici e psicosociali, capacità, risorse, competenze, attitudini presenti nelle persone, orientandole al benessere personale e sociale.
Per la realizzazione del progetto è stata costituita l’Associazione di promozione sociale “Casa di Case” che non ha fini di lucro.
Collocazione e situazione attuale
Il progetto Casa di case trova un luogo significativo al “Pitturello” a Torre de’ Roveri in via Giovanni XXIII, 45/a.
Nel progetto sono operativi, oltre alla Comunità Nazareth, due nuclei familiari che realizzano forme di fraternità nella quotidianità e stiamo riscoprendo il valore dell’ospitalità.
Abbiamo manifestato la nostra disponibilità alla Caritas Bergamasca per rafforzare nel nostro territorio l’esperienza dei corridoi umanitari, perché diventi una pratica diffusa, accessibile alle famiglie e a vari contesti di vita e che faciliti maggiormente una reale integrazione.
Stiamo positivamente partecipando ad un progetto con Caritas Italiana che, avvalendosi delle Caritas Diocesane, delle Università locali e di varie realtà territoriali, favorisce l’ingresso nel territorio italiano per la conclusione degli studi universitari a una cinquantina di studenti provenienti dai campi profughi dell’Eritrea.
Dal mese di settembre stiamo ospitando n. 2 giovani per la durata di n. due anni.
Abbiamo dato disponibilità – sempre a Caritas Diocesana di BG – per l’accoglienza sempre nella forma dei corridoi umanitari ad una famiglia in difficoltà.
L’esperienza di Casa di Case sta mobilitando coppie e famiglie giovani che da diversi anni si incontrano tramite la Comunità Nazareth in un percorso di ricerca avente per oggetto la coppia, i legami familiari, il ruolo genitoriale in una visione della famiglia che si mette in rete a generare forme di fraternità sociale.