Storia per i Ragazzi a Natale 2010
Come consuetudine per le famiglie con bambini è proposta una piccola giunta all’itinerario di Avvento-Natale in modo da valorizzare la presenza dei più piccoli a partire da modalità e linguaggi che sono loro propri. I bambini imparano e comunicano soprattutto facendo: riescono più facilmente a riempire di significati e di sentimenti le cose che possono toccare, colorare, piegare che non le parole che appartengono soprattutto al mondo dei grandi.
La proposta di quest’anno permette di conoscere Maria attraverso alcuni suoi nomi che le litanie e l’Antico Testamento ci consegnano. L’intero percorso è guidato dalla storia Chi è Maria?, da leggere a puntate durante tutto l’Avvento fino a Natale. In questa storia vengono spiegati i nomi di Maria, ma la realtà di questa donna sembra sfuggire ai protagonisti perché la sua essenza, la sua identità più vera è quella di essere la mamma di Gesù, la Madre di Dio. I ragazzi sono quindi invitati a conoscere Maria, a incontrarla in modo nuovo e meno formale.
Prima Settimana di Avvento
Maria è l'immagine della fiducia
Siamo a Efeso quasi duemila anni fa. Efeso è in Turchia ed è una città importante dell”Impero Romano: è la capitale dell”intera Asia. Il suo porto è uno dei più grandi del mediterraneo in cui gli scambi di merci e di idee è frenetico: tutto arriva a Efeso e tutto riparte da qui. Efeso è una città ricca in cui vivono tantissime persone e, come in tutte le grandi città, c”è un centro e una periferia. E proprio nella periferia di Efeso inizia la nostra storia…
Lontano dal centro di Efeso le case diventano meno numerose e i prati sono più ampi: è qui che si ritrovano a giocare un gruppetto di amici nel pomeriggio. Come tutti i ragazzi della loro età inventano avventure e organizzano spedizioni per scoperte incredibili. Oggi hanno deciso di esplorare la collina dell”usignolo: si trova verso i monti a sud della città. “Secondo me è troppo lontano: non torneremo a casa per tempo!”, borbotta Priscilla, mentre cammina a fatica dietro ai suoi amici che hanno un passo veloce. “Non lamentarti: non ci fermeremo tanto. Iniziamo a conoscere bene il sentiero, così la prossima volta ci muoveremo più in fretta”. “Cosa? Ci torniamo un”altra volta?”, Alessandro paziente le risponde: “Senti Priscilla, non sei tenuta a venire. Non ti obbliga nessuno. Però noi vogliamo andare alla collina dell”usignolo. C”è qualcosa di strano là. Ne ho sentito parlare mio zio l”altra sera”, “No, voglio venire anch”io. Solo che è lontana…” “Dai, smetti di parlare e cammina!” la sgrida suo fratello Timoteo.
Così si inoltrano nel boschetto di querce e sbucano proprio dietro la casetta. È molto povera e piccola: davanti c”è una tettoia tutta storta e sotto vi è un tavolo con tantissimi fogli di papiro arrotolati, una piccola statua, un calamo e del colore per scrivere. I ragazzi sono a bocca aperta davanti a tutto questo: non hanno mai visto così tante parole scritte in una volta sola! Ma ecco un rumore venire da dentro la casupola: dev”essere lo straniero! Fanno dietro front e scappano a gambe levate, mentre una voce dolce e sottile grida: “Ehi, chi siete? Dove andate?”.
Il giorno dopo i ragazzi si ritrovano al solito posto, gironzolano per un po”, poi Priscilla esclama: “Ma allora non ci torniamo più?”. Gli altri la guardano allibiti: “Ma non eri tu quella contraria? Con tutte le storie che ci hai fatto!”. “Si, lo so, però quell”uomo non mi sembra pericoloso e poi, cosa sta scrivendo? Cosa sono tutte quelle parole? E la statuetta? Possibile che in una casa così povera ci siano cose così preziose?” “A me più che preziose sembrano inutili: mica si possono mangiare i rotoli scritti e la statuetta non serve a coltivare la terra”. “Va bene, ma ci torniamo?”. “Sì: domani mattina ci troviamo presto e torniamo alla collina dell”usignolo e vedremo di scoprire qualcosa in più dello straniero”.
Così i quattro amici tornano alla casupola: tutto è come l’avevano visto la prima volta, in mezzo ai rotoli c’è lìuomo misterioso: è proprio vecchio, ha una lunga barba bianca ed è tutto intento a scrivere, tanto che sembra non accorgersi della loro presenza. Poi, senza nemmeno alzare gli occhi dal rotolo, dice: “Buongiorno. Speravo proprio che tornaste a trovarmi. Ormai sono vecchio e mi muovo poco. Volete un po” d”acqua?”. Sorpresi, ma non spaventati, i quattro amici dicono di sì con la testa. “Come ti chiami?”, chiede Demetria allo straniero: “Mi chiamo Giovanni, Giovanni Di Zebedeo. E voi come vi chiamate?” dopo le presentazioni l’uomo non è più uno straniero, ma un amico e Priscilla inizia a fargli un sacco di domande. “Di chi è quella statua che tieni sul tavolo?”. “Questa? O questa è un ricordo, è un’immagine di Maria”. “E chi è Maria?” “Maria è LA PORTA DEL CIELO, LA FIGLIA DI SION“. “Cosa vuol dire?” “Quelli che vi ho detto sono altri nomi con cui è chiamata Maria.
È stata una donna che ha avuto FIDUCIA in Dio e nella sua parola: per questo è chiamata PORTA DEL CIELO, perché con la sua fiducia, la sua fede in Dio, ha aperto le porte del cielo. Con la sua fede ha reso il cielo più vicino alla terra, più vicino a noi!” “Allora è una porta aperta?” “Sì, hai proprio ragione Alessandro: Maria è la porta aperta del cielo”. “E di chi è figlia?” “Figlia di Sion significa che Maria appartiene al popolo ebraico, che anche lei ha ricevuto la sua promessa di Dio di dare un messia, un salvatore al suo popolo. Maria è figlia del suo popolo, perché condivide la fede dei padri: Abramo, Isacco e Giacobbe”. “Il suo mantello è pieno di stelle: è rivestita di cielo!” “Sei un”ottima osservatrice Demetria: sì Maria è rivestita di cielo. Ma anche noi possiamo vestirci di stelle se abbiamo fiducia in Dio, se sappiamo credere al suo amore che è forte e fedele, anche quando è nascosto”. Timoteo guarda ancora la statua e ridice: “Ma Giovanni: chi è Maria?”
Seconda Settimana di Avvento
Maria è l'immagine dell'umiltà
Alla domanda insistente di Timoteo, Giovanni sorride. Prende tra le sue mani la statuetta di Maria, la stringe forte, vuole forse schiacciarla? Poi la gira su se stessa e con sorpresa dei ragazzi la statua si svita, si apre e lascia vedere un’altra statua ancora più piccola, custodita al suo interno. “E questa chi è?” “Questa è un’immagine di Maria” “Ma è diversa dall’altra, sembra un’altra donna” “Hai ragione, questa statua è diversa dall’altra, ma è sempre Maria. Nessuno si ricorda più com’era il suo volto. Nemmeno io, ma in ogni donna è possibile scoprire un pezzetto della sua bellezza e della sua bontà, così come tanti sono i suoi nomi”. “E quali altri nomi ha Maria?” “Maria è LA ROSA MISTICA e LO SPECCHIO DELLA SAPIENZA“.
I ragazzi non capiscono bene, ma non osano fare altre domande. Giovanni riprende: “Sapete cosa significa mistica? Significa mistero, cioè qualcosa che è segreto, che è taciuto. Come una rosa custodisce tra i suoi petali il cuore d’oro, così Maria custodisce tra le sue braccia un mistero”. “Ma che mistero è?”, “Lo scoprirete un po’ alla volta e poi capirete che ciò che si scopre torna subito a essere coperto perché la sapienza non è una cosa che si può possedere, ma solo riceve in dono”. “Quando dici che Maria è SPECCHIO DELLA SAPIENZA significa che anche lei l’ha ricevuta in dono?” “Proprio così: ha ricevuto la sapienza non tutta in una volta, ma imparando dalle piccole cose di ogni giorno.
Maria ha vissuto in umiltà, per questo è stata resa sapiente da Dio. Ed è specchio perché ci da il suo esempio, ci permette di imparare da lei, dalla sua vita. Se siamo umili Maria è per noi specchio di sapienza. Questa è l’umiltà: accettare di imparare gli altri”. Giovanni si siede, sembra stanco dal tanto parlare, poi riprende: “vedete tutti questi rotoli? Molti li ho portati con me dal mio paese: sono i rotoli del libro della sapienza, un libro della Bibbia. Io lo leggo notte e giorno e lo medito: mi soffermo sulle parole, sono vecchio, non corro più, nemmeno quando leggo, vado piano e assaporo tutta la bellezza di quanto c’è scritto”.
“Il tuo paese è lontano?” “Si, vengo dalla Palestina e sono giunto a Efeso su una nave: cercavo una città grande in cui abitare”. “Giovanni, adesso dobbiamo andare. Torniamo domani se per te va bene”. “Certo, venite quando volete: io sono qui”. Priscilla stringe la mano del vecchio per salutarlo e gli dice a bassa voce: “Però domani ci dici chi è Maria?”
Terza Settimana di Avvento
Maria è l'immagine della generosità
La strada per la casetta sulla collina dell’usignolo è diventata più breve da quando c’è un amico che li aspetta: nessuno si lamenta per il lungo cammino, nemmeno Priscilla! Tutti e quattro sanno che Giovanni ha ancora molte storie da raccontare e questo li rende curiosi. Arrivati alla bianca casupola trovano Giovanni esattamente come il giorno prima: seduto, intento a scrivere tra i suoi rotoli. Tutti si avvicinano tranne Demetria che resta un po’ indietro e guarda di sottecchi il vecchio. Giovanni saluta tutti, poi si accorge della ragazza, sorride, si guarda intorno, prende la statuetta di Maria e la svita un’altra volta: “Maria è LA STELLA DEL MARE e LA SERVA DELLA PAROLA. Ecco chi è Maria: i suoi nomi lo dicono!”. Agli occhi dei ragazzi è apparsa una terza statuetta, che stava dentro a quella precedente. Che sorpresa: proprio non se lo immaginavano! “Il suo vestito è come il mare questa volta”, osserva Alessandro. “Sì, Maria è rivestita di mare che è il segno della generosità.
In mare non si coltiva, non si semina, non si alleva, eppure vi si possono pescare pesci abbondanti, cibo buono che calma la nostra fame. Il mare è generoso, ci dona sempre buone cose. Così Maria è stata una donna profondamente generosa: non ha tenuto niente per sé, ha dato tutto obbedendo alla volontà di Dio. La chiamiamo SERVA DELLA PAROLA non perché sia stata costretta a servire la parola di Dio, ma perché si è messa a disposizione in modo profondamente generoso e disponibile. Quando uno di voi è così generoso nell’aiutare un altro si fa un po’ servo, offre la propria forza e volontà all’amico. Così ha fatto Maria”.
Quarta Settimana di Avvento
Maria è l'immagine del coraggio
“Maria, certo. Chi è Maria?” “Giovanni sei tu che lo devi dire a noi, non il contrario!”. Il vecchio sorride, li sta prendendo in giro. Di nuovo prende in mano la statuetta, la gira e un’altra statua di Maria ancora più piccola appare tra le sue mani. “Maria è LA CASA D’ORO e LA CUSTODE DEL NOME“.
“Che bella questa casetta d’oro dipinta sul suo abito! È d’oro come una reggia, ma la sua forma è semplice, come le nostre”. “Hai ragione Priscilla: non ti sfugge proprio niente! Come una casa custodisce la vita di chi la abita, così Maria ha custodito la vita di suo figlio fin quando non è diventato grande ed è andato per la sua strada. Maria è la casa d’oro perché con coraggio ha custodito e difeso la vita, il suo coraggio è stato prezioso come l’oro e semplice come la forma di questa casa. Sapete il vero coraggio si mostra giorno dopo giorno, quando si è capaci di stare dalla parte di chi soffre, di chi patisce ingiustizie, di chi è solo e rifiutato da tutti, di chi è affamato e povero. In ogni momento della giornata vi viene chiesto da che parte state e voi potete decidere se essere d’oro oppure di coccio.
“Io voglio essere d’oro”, afferma risoluto Alessandro. “Già: tutti vogliamo essere coraggiosi, ma ci vuole molta forza per esserlo davvero”. “Giovanni, tu sei coraggioso?” “Cerco di esserlo, ma soprattutto cerco di volerlo con tutto il cuore. Per questo nella preghiera chiedo allo spirito di rendermi forte e coraggioso, non per il mio bene, ma per quello dei fratelli”.
“Giovanni, tu hai detto che Maria è custode del nome: il nome di chi? Il suo?”. “Oh, no. Maria è custode del nome di suo figlio. Sapete questo nome le è stato consegnato da un angelo, un messaggero del Dio altissimo. Lei ha accolto questo nome e lo ha custodito per non dimenticarlo, per renderlo più dolce quando lo avrebbe dovuto pronunciare”. I quattro amici hanno lo sguardo confuso: “Perché anche se ci hai detto tutti questi nomi noi non sappiamo ancora chi è Maria?” “Sì, Giovanni: dicci chi è suo figlio!”, aggiunge Timoteo che qualcosa ha iniziato a intuire.
Santo Natale fino all'Epifania
Maria è la madre di Dio
“Vi dirò chi è Maria mostrandovi una cosa”. Il vecchio di nuovo prende in mano la statuetta, la svita, ma, a differenza di quello che si aspettano i ragazzi, dentro non c’è un’altra statua di Maria, ma la statuina di un bambino neonato, avvolto in fasce. “Questo è il figlio di Maria, è il tesoro che ha custodito per tutti noi: questo è Gesù. Maria è la madre di Dio. Ecco chi è Maria: una donna che ha detto di sì a Dio ed è diventata la madre di suo figlio. Sapete perché ho questa statua? Perché Maria è vissuta con me dopo che Gesù è stato ucciso in croce: era rimasta senza parenti e aveva bisogno che qualcuno le desse una casa, dopo che lei aveva dato una casa al figlio di Dio.
Ho voluto bene a Maria come se fosse la mia stessa madre e lei mi ha voluto bene come se fossi suo figlio. Maria ha vissuto un mistero più grande di lei e lo ha custodito con fiducia, umiltà, generosità e coraggio. Io ho seguito Gesù, suo figlio, per tre lunghi anni: sono stato suo discepolo e lo sono ancora, perché Gesù è risorto dai morti e io l’ho visto salire al cielo”. “Così tu hai conosciuto Gesù? Sei suo amico?”. “Sì, sono suo amico e sono un suo testimone. Io sono qui a Efeso per testimoniare la mia fede e per vivere con la comunità cristiana di questa città. Vedete è per loro che sto scrivendo il quarto vangelo, sto scrivendo la vita di Gesù, sto ricordando i suoi gesti e le sue parole perché nulla vada perduto”.
Ormai si è fatto tardi ed è quasi buio, la strada da fare è lunga. “Grazie Giovanni, grazie per le tue parole e per tutta la saggezza che ci hai dato quest’oggi. Adesso dobbiamo andare, dobbiamo tornare alle nostre case, dalle nostre famiglie, altrimenti si preoccupano”. I ragazzi fanno per uscire e tornare nel querceto, quando il vecchio li chiama: “Aspettate. Prima di andare voglio affidarvi questo”. I ragazzi si avvicinano e vedono che in mano sta tenendo la statuina di Gesù bambino. “Ma non possiamo prenderla. È un tuo ricordo”, dice Alessandro in imbarazzo “No, prendetela e portatela con voi. È un piccolo segno della grandezza della storia di Gesù, del suo amore, della sua sapienza. Prendetela per non dimenticare di cercare sempre il signore: si fa trovare da chi lo cerca con cuore aperto e disponibile. Prendetela per ricordare questo nostro incontro, così come io non dimenticherò mai la prima volta che ho incontrato Gesù. Prendetela e portatela nelle vostre case: il dono di Gesù è la pace l’ha detto a noi suoi discepoli, io oggi lo dico a voi”. Così i quattro amici si incamminano lungo il sentiero, Priscilla tiene tra le mani la bianca statuetta che sembra brillare nella penombra della sera che sta scendendo.
Piccole Preghiere a Maria
SANTA MARIA – prega per noi
SANTA MADRE DI DIO – prega per noi
MADRE DELLA CHIESA – prega per noi
PORTA DEL CIELO – prega per noi
FIGLIA DI SION – prega per noi
ROSA MISTICA – prega per noi
SPECCHIO DI SAPIENZA – prega per noi
STELLA DEL MARE – prega per noi
SERVA DELLA PAROLA – prega per noi
CASA D’ORO – prega per noi
CUSTODE DEL NOME – prega per noi
SPECCHIO DELLA SANTITÀ DIVINA – prega per noi
SEDE DELLA SAPIENZA – prega per noi
ARCA DELL’ALLEANZA – prega per noi
REGINA E MADRE DELLA PACE – prega per noi