Dalla scuola un futuro di vita – Terra Santa
Descrizione progetto
Sostegno alle scuole di Terra Santa
La situazione scolastica in Terra Santa vede la presenza di alcune scuole che sono molto stimate e si rivolgono a bambini e ragazzi sia cristiani, sia musulmani, aiutandoli a vivere insieme nel reciproco apprezzamento e in armonia.
La situazione attuale sta causando molti abbandoni scolastici, un fenomeno preoccupante per il presente e il futuro delle giovani generazioni. Inoltre la mancanza di lavoro per molti genitori impedisce il pagamento delle quote scolastiche.
Le scuole continuano a offrire il loro servizio, anche se per alcune si intravede il rischio della chiusura.
In questo contesto verranno sostenute alcune realtà, in accordo con la Congregazione per le chiese orientali e la Custodia di Terra Santa fra le quali alcune scuole gestite a Gerico (Palestina), Gerusalemme vecchia e Betlemme.
Le strutture accolgono centinaia di studenti; ragazzi e ragazze, fra cristiani e musulmani, appartenenti alle famiglie più povere.
I padri svolgono con molta passione e molta dedizione il lavoro all’interno della scuola e della parrocchia, creando un clima di dialogo, di condivisione, di stima e di convivenza pacifica.
Diventa fondamentale seguire e sostenere anche i genitori e le famiglie degli studenti, i quali stentano a ritrovare una propria identità, rinnegando spesso il passato, rifiutando se stessi e svalorizzandosi, con gravi conseguenze sull’apprendimento e la crescita serena dei bambini.
La scuola come esperienza di convivenza e dialogo parrocchie di Gerico, Gerusalemme vecchia e Betlemme
Terra Santa
La dizione Terra santa, indica la regione della Palestina, ossia le terre ad occidente del Mare Morto e del fiume Giordano, attualmente divisi tra lo Stato di Israele e l’Autorità Nazionale Palestinese.
L’aggettivo “santa” si riferisce al significato spirituale di quella terra per ebrei, cristiani e musulmani.
Per gli ebrei si tratta della Terra Promessa, ossia la terra verso cui Dio ha guidato il suo popolo tramite il profeta Mosè; in essa si trovano le città santa di Gerusalemme e di Hebron.
Per i cristiani, che hanno in comune con gli ebrei l’Antico Testamento, è anche la terra in cui è nato, morto e risorto Gesù Cristo, incarnazione del Verbo; in essa si trovano le città legate alla vita di Gesù: Betlemme, Gerusalemme e Nazaret.
Per i musulmani è la terra in cui Maometto giunse al termine di un miracoloso viaggio notturno (isrā’ ) che mosse da Mecca e che lo fece ascendere poi al Cielo (mi‘rāg ), visitando il Paradiso dopo aver sorvolato l’Inferno (per cui si veda Isra’ e Mi’raj). La Cupola della Roccia di Gerusalemme fu eretta in età omayyade sul luogo da cui sarebbe cominciata la mistica ascensione del profeta dell’Islam.
Monumenti importanti sono la chiesa del Santo Sepolcro, la città natale di Gesù Betlemme, il Muro occidentale del Tempio di Gerusalemme e la Cupola della Roccia.
A partire dal secondo dopoguerra la regione si è trovata al centro del conflitto arabo-israeliano; anche per questa ragione il termine è oggi spesso utilizzato per indicare generalmente quell’area senza specificare “Israele” o “Palestina”, al fine di non favorire uno dei contendenti.
Significato per il Cristianesimo
La Terra santa è molto importante per la Cristianità, principalmente perché è il luogo in cui nacque, predicò, fu crocifisso e ivi risorse Gesù Cristo.
I principali Luoghi Santi per i cristiano sono:
- Gerusalemme che è il luogo di alcune predicazioni di Gesù, ma è soprattutto il luogo dell’Ultima Cena, e quindi dell’istituzione della santa Eucarestia ed inoltre venne crocifisso su un vicino colle, il Calvario (o Golgota). A Gerusalemme sono presenti la “Chiesa del Santo Sepolcro” e la “Chiesa di tutte le nazioni”;
- Betlemme che è il luogo di nascita del Cristo;
- Nazaret che è il luogo in cui Gesù trascorse la sua infanzia prima delle predicazioni e presenta molti luoghi sacri come la Basilica dell’Annunciazione.
Dal 1219, anno del viaggio di San Francesco di Assisi, l’Ordine dei Frati Minori è presente in Terra Santa; oltre un secolo più tardi, nel 1342, Papa Clemente VI riconobbe all’Ordine il diritto di rappresentare la Chiesa Cattolica nei Luoghi Santi, già riconosciuto dai mussulmani grazie alla donazione del francescano Re di Napoli Roberto d’Angiò; la provincia francescana di Terra Santa è più diffusamente conosciuta come Custodia di Terra Santa.
L'esperienza del dialogo interreligioso in Terra Santa
Si può procedere in diversi modi per parlare del dialogo interreligioso. Si può partire dai fenomeni marginali, dare la lista dei centri di dialogo con il loro programma e le loro attività, o si può andare direttamente in profondità per capire tutti i fattori, i problemi implicati nel dialogo con il Giudaismo e con l’Islam.
La problematica del dialogo interreligioso in Terra Santa si potrebbe definire con questa frase: una terra, due popoli e tre religioni.
Una terra divisa ormai da un muro, due popoli che da 60 anni cercano una convivenza pacifica e tre religioni che tutte sono spaccate: il Giudaismo diviso in ortodosso, liberale e conservatore, l’Islam diviso in sunnita e sciita (con qualche sufi a Baqa el Gharbyeh), il Cristianesimo diviso in ortodosso, cattolico e protestante. Questo significa che un dialogo serio tra le religioni deve essere accompagnato da un dialogo ad intra delle religioni. Altrimenti sarà sempre troncato.
Un altro punto importante: il dialogo dei cristiani in Terra Santa con il giudaismo e l’Islam è il dialogo di una piccola minoranza di fronte alla maggioranza ebrea e musulmana. Per la prima volta dopo 2000 anni il dialogo con gli Ebrei si è rovesciato, da minoranza in Europa, gli Ebrei sono diventati maggioranza in Israele. In mezzo allo stato d’Israele vive una piccola minoranza cristiana, il 2 per cento, una minoranza divisa in tante chiese di diverse obbedienze. Questa minoranza è composta in gran parte di cristiani di origine araba. Questi, conoscendo bene l’arabo, dovrebbero fare il dialogo con l’Islam. Una piccola comunità di cristiani di origine o di espressione ebraica esiste però a Gerusalemme. Quindi il mondo cristiano ha come vocazione di essere un ponte tra giudaismo e Islam.
La situazione del sistema d'isturzione nei territori palestinesi
Negli anni non si è riusciti ad effettuare uno spostamento da un sistema burocratico ad uno formativo, a servizio della persona e quindi la scuola non tende ancora allo sviluppo dell’autonomia, dell’iniziativa, della creatività, del ragionamento.
Eppure la scuola ha il dovere di nutrire l’interiorità dei ragazzi, di sviluppare il loro pensiero positivo e critico. Nelle scuole pubbliche molti sono gli alunni che incontrano gravissime difficoltà. Non esiste un insegnamento individualizzato e gli alunni imparano ripetendo a memoria, in coro, innumerevoli volte, senza riflettere né analizzare le conoscenze. In realtà si studia in funzione degli innumerevoli esami che costellano tutto l’anno scolastico e tutta la vita dello studente.
Mancata un’educazione alla duttilità, al pensiero reversibile, all’autonomia di giudizio. Per quanto riguarda la Palestina, il concetto di autorità e di cultura sono in crisi. La Palestina soffre, come il suo sistema scolastico.